Rcs, stipendio milionario a Cairo: i fondi internazionali si mettono "contro"
Gli stipendi passati e futuri di Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs MediaGroup, piacciono poco ai grandi investitori internazionali
Urbano Cairo, lo stipendio milionario bocciato dai grandi fondi internazionali
Gli stipendi passati e futuri di Urbano Cairo, del consiglio d’amministrazione di Rcs da lui presieduta e guidata e dei suoi manager piacciono poco ai grandi investitori internazionali. Lo si scopre leggendo il verbale dell’assemblea dell’8 maggio scorso del gruppo editore del “Corriere della Sera” chiamata fra l’altro ad approvare il bilancio 2023. Se il bilancio è passato a maggioranza “bulgara” non così è avvenuto per il punto 3 all’ordine del giorno, la “Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi”, suddivisa tra una prima parte relativa ai compensi previsti nel 2024 e una seconda riguardante quelli erogati lo scorso anno, pari complessivamente a circa 6 milioni di euro.
La relazione è stata predisposta dal comitato remunerazioni interno al consiglio d’amministrazione presieduto da Federica Caimi. Il voto sul primo punto ha visto favorevoli i soci titolari di 881 milioni di azioni pari al 91,5% del capitale. Quelli che hanno approvato sono in gran parte i “soci forti” di Rcs, tra cui lo stesso Cairo (623 milioni di azioni), Diego Della Valle (79,5 milioni), Mediobanca (68,3 milioni), Unipolsai (51 milioni) e Pirelli (49,3 milioni). Contrari soci portatori di oltre 9,5 milioni di titoli (1% del capitale), fra i quali molti grandi fondi comuni esteri da Blackrock a Fidelity fino a Vanguard. Ma a bocciare Cairo sono stati anche il grande fondo sovrano norvegese (con 680mila azioni) e vari fondi pensione americani tra cui quelli dei poliziotti di Chicago e degli insegnanti dell’Illinois. Il copione s’è ripetuto, con percentuali di voto più o meno identiche, anche per il secondo punto della relazione.
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