Recovery Italia, ok dell'Ecofin. Entro agosto 25 miliardi. Come li spenderemo
Assieme a quello del nostro Paese, via libera ad altri Pnrr di altri 11 Stati. L'Italia deve spendere spendere in investimenti 13,79 miliardi in cinque mesi
Dopo l’investitura della Commissione europea di Ursula von der Leyen, disco verde del Consiglio dei ministri economici dell’Ue (Ecofin) al Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia (Pnrr) e di altri 11 Stati membri per accedere ai fondi di Next Generation EU. Secondo quanto rivela l’agenzia Radiocor, oltre a quello del nostro Paese, sono stati approvati anche i recovery plan di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
I piani nazionali anti crisi di Croazia, Cipro, Slovenia e Lituania sono attesi avere il disco verde nella riunione dell'Ecofin straordinaria che si terrà il 26 luglio per videoconferenza. Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha indicato che a questi potrebbe essere aggiunto anche il piano irlandese.
Un via libera che precede l’esborso del pre-finanziamento dei fondi da quasi 25 miliardi, il 13% della quota italiana delle risorse Ue che arriveranno nelle casse del Ministero dell’Economia tra fine luglio e i primi di agosto, prime sovvenzioni e prestiti che serviranno per finanziare le misure contenute nei singoli Pnrr.
L’assegno iniziale è assorbito per circa il 65% dagli interventi che il Pnrr italiano prevede di concludere entro quest’anno, in un meccanismo che mette le altre risorse nel circolo della finanza pubblica ma ovviamente ne vincola l’utilizzo integrale per i piani del Recovery. In tutto sono 15,7 miliardi di euro, di cui, come ha spiegato il Sole 24 Ore, 13,79 miliardi di nuovi investimenti più 1,91 miliardi di spese dell’anno scorso che le risorse comunitarie possono coprire ex post come da regolamento europeo.
Per l’Italia questo si tramuta subito in una sfida a spendere i 13,79 miliardi in cinque mesi, agosto compreso per 105 progetti. Sfida perché la fase di avvio rappresenta la prova decisiva di un percorso di attuazione che andrà rispettato per non correre il rischio di perdere i finanziamenti a consuntivo, e quindi veder aumentare deficit e debito mentre sfumano quote di aiuti comunitari.
(Segue: i progetti da finanziare)
Una buona parte di queste risorse, sempre secondo quanto ha rivelato il quotidiano della Confindustria, serviranno a finanziare interventi già in corso d’opera, in cui le risorse comunitarie hanno la funzione di sostituire a tassi più convenienti i finanziamenti nazionali.
Nell’elenco ci sono 1,71 miliardi per il piano di incentivi fiscali agli investimenti per le imprese Transizione 4.0, la quota più corposa, 1,2 miliardi del rifinanziamento del fondo Simest per gli aiuti alle aziende italiane sui mercati stranieri, 837 milioni per gli investimenti sull’Alta velocità ferroviaria in Liguria e sulla linea Brescia-Venezia e 650 milioni per il Piano asili che per quest’anno viene coperto con fondi europei.
Infine, tra gli interventi nuovi rientra la creazione degli “Uffici del processo”nei Tribunali, con 402 milioni previsti in uscita nei prossimi mesi per la prima quota delle 16.500 assunzioni a termine previste dal decreto sul reclutamento nella Pubblica Amministrazione.
Intanto, la Commissione sta preparando la terza emissione di bond per finanziare il Next Generation che dovrebbe aggirarsi attorno a 15 miliardi. Le prime due emissioni ha permesso di raccogliere 35 miliardi. In totale il prefinanziamento dei primi 12 Paesi arriva appunto a 50 miliardi. Per il presidente di turno dell'Ecofin Andrej Sircelj, ministro sloveno, la decisione di oggi è un evento "storico".