Revisione del Patto di Stabilità Ue. L'Italia preme: riforma entro l'anno
La ripresa del negoziato a Bruxelles è alle porte e l’Italia, che come posizione negoziale chiederà di escludere gli investimenti
La ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino (di turno alla presidenza Ue) ha parlato di “unanimita’ “ tra i ministri sul metodo proposto e di “forte accordo”, e “determinazione per procedere celermente e arrivare a un accordo sul pacchetto in autunno”
Il ministro Giancarlo Giorgetti al Meeting di Rimini lo ha detto a chiare lettere: la legge di bilancio per il 2024 si muoverà lungo un sentiero reso stretto dal nodo delle risorse. Risorse su cui pesa anche il tema delle nuove regole del Patto di stabilità. La ripresa del negoziato a Bruxelles è alle porte e l’Italia, che come posizione negoziale chiederà di escludere gli investimenti, preme perché si approvi entro l’anno la riforma, in modo da avere le nuove regole dall’1 gennaio 2024. Lo scrive il sito de Il Sole 24 Ore.
«La situazione è ancora eccezionale», l’Europa lo capisca - dice Giorgetti - o si rischia l’autolesionismo. A scanso di equivoci sul tema è intervenuto anche il Mef con una nota ufficiale che fa trapelare quanto il negoziato con Bruxelles sia delicato e dirimente: «Il ministro non chiede la proroga della sospensione della clausola del Patto di stabilità in vigore fino al 31/12/23 ma ha espresso l’auspicio che entro la fine dell’anno sia approvata la riforma del patto di stabilità in modo da poter entrare in vigore al posto delle vecchie regole dal 1 gennaio 24».
E al meeting di Rimini scende in campo anche il ministro delle Politiche Ue Raffaele Fitto per condividere i timori di Giorgetti. «Io parto da dove ha concluso il ministro Giorgetti, per condividere una sua giusta preoccupazione. Noi siamo reduci da un po’ di anni un cui abbiamo dimenticato il convitato di pietra: il Patto di stabilità» ma «oggi torna». «Basta vedere – prosegue Fitto – l'aumento del debito pubblico, della spesa pubblica e, purtroppo, della spesa corrente in questi anni per comprendete quanto una situazione di drammatica crisi poteva forse essere utilizzata meglio rispetto agli investimenti e alle scelte che sono state fatte».
In ogni caso, «se non si trova un accordo su questo nuovo modello del Patto di stabilità, dal primo gennaio il rischio è che subentrino le vecchie regole. E questo comporta un effetto molto complesso».
Ma a che punto siamo con la riforma del Patto? La presidenza di turno ha presentato al consiglio dei ministri dell’Economia a Bruxelles un documento che fissa quattro ’pilastri’ principali del confronto, per organizzare il lavoro delle prossime settimane e arrivare all’Ecofin di ottobre con un’intesa e approvare entro fine anno la nuova governance economica. La ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino (di turno alla presidenza Ue) ha parlato di “unanimita’ “ tra i ministri sul metodo proposto e di “forte accordo”, e “determinazione per procedere celermente e arrivare a un accordo sul pacchetto in autunno”.
L’idea è che i quattro blocchi di discussione siano sull’”equilibrio istituzionale” (la ripartizione di compiti e poteri tra le istituzioni coinvolte), le “salvaguardie comuni”(garantire che il debito scenda), lo “spazio fiscale per gli investimenti e incentivi alle riforme” e infine l’”applicazione credibile e la titolarità“ del nuovo Patto. Tra alcuni Paesi frugali, tedeschi su tutti, c’è però grande prudenza sul rispetto della tempistica. Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che rispettare l’obiettivo è “fondamentale per consentire l’applicazione delle nuove regole in tempo per la preparazione dei bilanci nazionali per il 2025”. La Commissione è pronta “a sostenere tutti gli sforzi per cambiare, affinare, trasformare in modo sostanziale” la proposta “purche’ venga mantenuto l’equilibrio”.