Rider, il Parlamento Ue riscrive il lavoro: ecco le nuove direttive

Nuove norme per migliorare le condizioni di lavoro dei rider e regolamentare l'uso degli algoritmi sono state approvate oggi, in via definitiva, dall'Eurocamera

di Redazione
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Rider, stretta sugli algoritmi e nuovi contratti. Ecco cosa prevede la direttiva

Saranno più tutelati i lavoratori delle piattaforme digitali in Europa. Come riporta il quotidiano Open, il primo accordo raggiunto dalle istituzioni è arrivato a dicembre del 2023, ma il negoziato ha subito una battuta d’arresto quando una minoranza di blocco – composta da Francia, Germania, Estonia e Grecia – si è astenuta.

Lo scorso marzo, però, le istituzioni europee hanno raggiunto così l’accordo su una nuova versione della direttiva, la stessa che oggi è stata approvata in via definitiva dall’Eurocamera. A questo punto, manca solo l’adozione formale da parte del Consiglio. Dopodiché, una volta entrata in vigore, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le nuove regole nel proprio ordinamento.

La nuova direttiva

L'inquadramento dei lavoratori: la proposta originale della direttiva Ue prevedeva una serie di criteri fissati dalla Commissione europea, così da garantire uniformità. La versione definitiva del provvedimento delega invece questo compito agli Stati membri. La novità più rilevante riguarda però l’inversione dell’onere della prova. In altre parole, non sarà più il lavoratore a dover dimostrare se è da inquadrare come autonomo o dipendente, bensì l’azienda.

L’altro pilastro della direttiva approvata oggi a Strasburgo riguarda la gestione algoritmica sul posto di lavoro. Il provvedimento prevede infatti che i lavoratori siano informati a dovere sull’uso di sistemi di monitoraggio se questi impattano la loro assunzione, le loro condizioni di lavoro o il loro stipendio. Questi sistemi non potranno inoltre essere utilizzati per il trattamento di dati personali sensibili, come i dati biometrici o quelli relativi allo stato emotivo o psicologico dei lavoratori.

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