Rinnovabili, Erg cresce in Francia e Germania: acquistati impianti per 152,5MW

L'azienda fondata da Edoardo Garrone e ora gestita da Luca Bettonte, sta attuando una politica di espansione in Francia e Germania acquistando impianti green

di Marco Scotti
Economia
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Rinnovabili, Erg acquista impianti green per 152,5MW in Francia e Germania

Erg consolida la sua presenza in Francia e Germania attraverso l’acquisto di impianti per 152,5 Mw complessivi. L’azienda di proprietà della famiglia Garrone, che ha chiuso i primi sei mesi del 2021 con ricavi in crescita del 28% (526 milioni contro i 498 del primo semestre del 2020) continua a puntare forte sulle energie rinnovabili. E lo fa attraverso un ribilanciamento delle fonti di approvvigionamento.

Prima dell’operazione annunciata oggi, che ha un enterprise value intorno ai 202 milioni, con una posizione finanziaria netta attesa al closing di 48 milioni, tutte le energie rinnovabili avevano fatto registrare un calo sia in termini di ricavi che di Mol. Con una grande eccezione: l’idroelettrico ha quasi raddoppiato il suo peso passando da 59 a 104 milioni nelle revenues nel semestre.  Il termoelettrico vale 168 milioni, in calo di 8 milioni rispetto al primo semestre 2020, l’eolico 215 (-10 milioni) e il solare 38, in equilibrio rispetto allo stesso periodo del 2020.

Andando a studiare la composizione della produzione di fonti di energia, la più significativa nel semestre è quella eolica, che tra produzione in Italia e all’estero supera i 2 Tw/h su 7,5 complessivi. Segue la produzione termoelettrica, l’idroelettrico e, buon ultimo, il solare. La composizione del mix della famiglia Garrone ricalca, sostanzialmente, anche quella di un colosso come Enel Green Power. Che ha una dimensione sicuramente superiore (56,08 Tw complessivi su 1.238 impianti nel mondo) ma che al tempo stesso mantiene una composizione analoga: la metà esatta infatti della produzione deriva dall’idroelettrico, l’eolico vale oltre il 30% mentre il solare è intorno al 15%.

Anche una storica famiglia imprenditoriale italiana come i Falck, attraverso la loro Falck Renewables si è concentrata su un mix di energia alternativa. Ma in questo caso non c’è ricorso all’acqua e l’eolico rappresenta la quasi totalità delle installazione: 1.063 Mw su 1.320 installati complessivamente, con il fotovoltaico che ha all’attivo 212 Mw installati. Il fatturato al 31 dicembre 2020 è stato di 384,4 milioni, con un risultato netto del Gruppo di 45,6 milioni.

Le manovre di accrescimento del mix energetico sono destinate ad aumentare in maniera esponenziale ora che il Pnrr ha, per statuto e anche per dotazione economica, deciso di portare avanti una transizione energetica che vedrà un investimento di 67 miliardi soltanto per la parte che riguarda la riduzione della CO2. Vento e sole in Italia non mancano certo, ed è chiaro che tutti i grandi player stanno iniziando a cercare di capire come riposizionarsi. Non è un caso che la Erg, dopo un 2020 con fatturato in calo (come era comprensibile vista la riduzione dell’impiego commerciale dell’energia) torna a puntare decisa a un fatturato superiore al miliardo.

Falck Renewables ha annunciato ieri una partnership paritetica con BlueFloat Energy per lo sviluppo di parchi eolici marini galleggianti al largo delle coste italiane e l'avvio, a breve, dell'iter per il primo progetto in Puglia che interessa le acque al largo di Brindisi, denominato Kailia Energia. La capacità installata prevista di Kailia Energia sarà pari a circa 1,2 GW, per una produzione annuale attesa di 3,5 TWh, equivalente al consumo di circa 1 milione di utenze domestiche italiane, evitando l'emissione di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica in atmosfera all'anno.

La rivoluzione green, anche in materia energetica, è appena iniziata. Ma già si vede come le storiche famiglie imprenditoriali italiane siano schierate pronte a cogliere una straordinaria opportunità di provare a salvare quel che resta del pianeta. Con un occhio al 2030 (bilancio delle emissioni nette a 0) e al 2050 (zero emissioni complessive).