Ripresa, tra normale rimbalzo e il doping Pnrr. Slalom di Draghi tra i partiti

La fotografia dopo lo stop della pausa estiva

di Simone Rosti
Economia
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È una estate strana questa del 2021. Dopo la falsa partenza del 2020, questa sembrerebbe davvero quella della rinascita, grazie anche ad un capo del governo credibile e capace (con buona pace del Fatto Quotidiano). La pandemia non è sconfitta, ma le barriere grazie ai vaccini (con buona pace dei no vax) sembrano la risposta a possibili altre ondate.

L’economia tira, ma attenzione tira per due motivi: uno, dopo mesi di stop forzato è normale, due, l’Italia era il fanalino di coda e il doping del Pnrr (con buona pace dei no euro, no bce) ad un paese moribondo come l’Italia da e darà i suoi frutti, almeno nel breve. L’Alitalia purtroppo è stata salvata in un qualche modo, come sempre pagheranno i contribuenti che di certo non desideravano tenere in vita un baraccone che evitano come la peste per i loro spostamenti. Speriamo poi si concluda la vicenda Mps (unica opzione Unicredit) senza inseguire le follie di poli bancari pubblici con i cadaveri del credito ancora in giro.

La politica? Qui le note sono assai dolenti. Salvini e Meloni si contendono il primato del populismo più divertente (ma pericoloso) in quanto a banalità enunciate, il Pd è ormai un partito a cui non resta che imbarcare sardine (“troniste” di retorica), i 5 Stelle restano la più grande anomalia politica post bellica, che però ora hanno un leader senza visione (parola del capo del leader, quindi c’è da crederci) e, aggiungiamo noi, senza idee (ho provato a cercarne ma non ne ho trovate). Le prossime elezioni politiche saranno, purtroppo, un ritorno ai fondamentali e i fondamentali sono questi.

La stampa estiva si è concentrata troppo sul Quirinale dimenticandone il ruolo notarile e poco più. Una postilla sul sindacato che ha perso, ancora una volta, l’occasione per dimostrarsi al passo con i tempi e con il senso della realtà ingaggiando una battaglia demenziale sul green pass, la prossima sarà sulle pensioni e le premesse sono pessime.

La scuola riaprirà in presenza, purtroppo però è la scuola bistrattata di sempre dove il merito degli insegnanti che meritano non conta nulla, su Università e ricerca ci si ostina poi a non cambiare registro investendo briciole, senza capire che non ci sarà Pnrr o riforma che tenga se non si formano adeguatamente le classi dirigenti del futuro. Una postilla anche sull’Afghanistan, e qui l’invito è a leggere l’intervento di Tony Blair, l’uomo di sinistra che l’Italia si sogna.