Sabatini, cosa si cela dietro l'addio. Abi, Rivera e Cornelli in pole position

La "separazione consensuale" è arrivata per favorire l’armonia tra gli istituti, in quanto Intesa voleva un ricambio al vertice al posto di Patuelli

di Redazione Economia
Tags:
abi
Giovanni Sabatini
Economia

Abi, Rivera e Cornelli in pole come nuovi Dg dopo l'addio di Sabatini

Giovanni Sabatini saluta l’Abi dopo 15 anni. Una scelta “consensuale”, questa, necessaria per il “piano di ricompattamento” fra Intesa Sp, Unicredit, Bpm, Mps e le altre banche dopo il via libera al sesto mandato di Antonio Patuelli come presidente. Sì, perché mentre Intesa voleva un ricambio, gli altri istituti hanno mostrato un consenso quasi unanime alla conferma del vertice.

Così, un Comitato esecutivo straordinario ha approvato all'unanimità la proposta del Comitato di Presidenza, riunitosi venerdì scorso sulla “consensuale conclusione del rapporto di lavoro del Direttore generale Giovanni Sabatini e gli ha espresso un vivo ringraziamento per la serietà, l'impegno e la competenza nell'attività svolta dal 2009”, si legge in una nota, come riporta il Messaggero.

LEGGI ANCHE: Abi, Sabatini lascia dopo 15 anni. Al suo posto il vicedirettore Torriero

Secondo i rumor più chiassosi, i banchieri in pole position per la sostituzione del direttore generale sono Alessandro Rivera, ex dg del Mef, e Federico Cornelli, ex Abi e oggi Consob. Nel frattempo “la direzione generale dell'Abi sarà retta, per tutte le competenze e responsabilità statutarie, dal vice dg vicario, Gianfranco Torriero”.

Per fare un breve recap, gli attriti tra Ca' de Sass e l'Abi si rifanno a quando, ormai oltre un anno fa, a febbraio 2023, fu ritirato il mandato di rappresentanza al Comitato affari sindacali e del lavoro (Casl) in conseguenza del diverbio, in sede Abi, fra Lando Sileoni, leader Fabi e Alfio Filosomi, responsabile affari istituzionali e sindacali di Intesa. Messina, il Ceo, ritenne che Sabatini avrebbe dovuto disapprovare con fermezza l'attacco del sindacalista a un esponente del mondo bancario.

Così, Messina, nonostante la volontà di un ricambio al vertice, si è messo l’anima in pace senza insistere sul trovare un sostituto di Patuelli per non spaccare l’Abi. Infatti, come scrive il Messaggero, insieme all’amico Andrea Orcel, a capo di Unicredit, ha convenuto di non opporsi e di far maturare la riconferma che arriverà in sede istituzionale, nella riunione dell'esecutivo di mercoledì 15: in quel contesto si procederà al giro di tavolo che dovrebbe formalizzare la proposta per il consiglio dell'associazione del 30 maggio.

“Per noi Abi ha senso se è un'eccellenza europea”, ha detto Messina che sarà parte dell'accordo comprendente la modifica statutaria per consentire ai vicepresidenti di “essere immediatamente rieleggibili” e aprire così le porte alla riconferma di Gian Maria Gros-Pietro e di Nicola Maione (vicario).