Saipem-Subsea7, dal maxi dividendo all'Antitrust: ecco perchè la fusione non convince (del tutto) il mercato
Il dividendo straordinario da 450 milioni mette le ali al titolo della società norvegese, ma l'italiana resta al palo: tutti i nodi e i dubbi del mercato
Fusione Saipem-Subsea7, il dividendo straordinario da 450 milioni mette le ali al titolo della società norvegese. Ma l'italiana resta al palo
La fusione paritetica tra Saipem e la norvegese Subsea7 non convince del tutto il mercato. Il titolo, dopo una buona partenza a Piazza Affari, è finito sulle montagne russe. Prima in territorio negativo per poi segnare un rialzo dell'1%. Equita ritiene che l'operazione possa avere risvolti positivi: la nuova società, che sarebbe denominata Saipem7 e che verrà quotata a Milano e Oslo, diventerebbe il primo operatore nelle costruzioni offshore, inoltre ci sarebbero 300 milioni di sinergie e una struttura di capitale rafforzata.
Ci sono però anche elementi negativi come la distribuzione di un dividendo straordinario pari a 450 milioni da parte di Subsea7 prima del perfezionamento dell'operazione che ha mandato in orbita il titolo della società norvegese alla Borsa di Oslo (+8%). "Ci potrebbero essere- scrivono gli analisti di Equita- problemi di Antitrust anche se le geografie appaiono piuttosto complementari".
Tra i punti a sfavore dell'accordo i tempi di esecuzione della fusione lunghi, si parla infatti del 2026 con il management che "potrebbe avere meno capacità di focalizzarsi sul business esistente durante l'operazione. Inoltre con la fusione alla pari riteniamo che Saipem non valorizzi completamente il recupero potenziale dei business onshore e drilling". Nel complesso, scrive Equita, "sulla base delle sinergie e dei vantaggi derivanti dalla fusione, stimiamo una creazione di valore per Saipem intorno a una media singola cifra-bassa".
Intesa Sanpaolo conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 3 euro su Saipem. Per gli esperti il deal con Subsea7 "è strategicamente solido e ha il potenziale per generare significative sinergie commerciali". Secondo gli analisti "un merger alla pari è logico considerando che le aziende hanno una capitalizzazione di mercato simile"; comunque, notano gli esperti, "è importante notare come Saipem stia scambiando a sconto significativo rispetto a Subsea7". Citi conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 3,4 euro su Saipem. Per questi analisti i benefici di un consolidamento negli oil services di questo tipo includono "razionalizzazione dei costi" e un miglior accesso alle offerte integrate. Gli esperti vedono "un potenziale significativo per la distribuzione di dividendi ai soci nel 2025-2026 per gli azionisti di Saipem e Subsea7 sulla base delle valutazioni implicite nella transazione".
La fusione delle due società era già stata prospettata nel 2019 ma Saipem entrò in crisi e nel 2021 l'allora ad Francesco Caio annunciò un profit warning con perdite raddoppiate in un anno. La società è stata così affidata all'ex-manager Eni Alessandro Puliti che è riuscito a rimettere ordine nei conti. Il nuovo piano industriale al 2027 prevede circa 50 miliardi di nuovi ordini, un tasso di crescita annuo del 5% e un margine operativo lordo del 12% nel 2017.