Sanità, il governo contrasta l'esodo di 40mila medici con un taglio alle tasse

Il piano proposto da Schillaci prevede uno sconto fiscale fino al 90% sulle tasse per i primi cinque anni di residenza in Italia dopo il ritorno dall'estero

di Redazione Economia
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Incentivi fiscali per il ritorno dei medici: una strategia per affrontare la carenza di personale sanitario

L'Italia si trova ad affrontare una significativa carenza di medici nel Servizio Sanitario Nazionale, con quasi 40.000 professionisti che hanno lasciato il paese alla ricerca di migliori condizioni lavorative e stipendi più elevati all'estero negli ultimi cinque anni. Questo esodo ha exacerbato i problemi strutturali del sistema sanitario italiano, evidenziando la necessità di misure efficaci per incentivare il ritorno di medici qualificati nel paese.

Per affrontare questa sfida, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha proposto l'adozione di un piano di incentivi fiscali simile a quello già in vigore per docenti e ricercatori. Il piano prevede uno sconto fiscale fino al 90% sulle tasse per i primi cinque anni di residenza in Italia dopo il ritorno dall'estero. L'obiettivo è attrarre almeno una parte dei medici italiani che sono emigrati all'estero, offrendo loro un incentivo finanziario per tornare a lavorare nel sistema sanitario nazionale.ù

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La proposta è attualmente in fase di valutazione da parte del Ministero dell'Economia. Tuttavia, alcuni esponenti politici, come Annarita Patriarca, hanno sottolineato che il finanziamento di questa iniziativa potrebbe non essere un ostacolo significativo, poiché i medici interessati al rientro potrebbero già non essere contribuenti fiscali in Italia. Il loro ritorno, quindi, potrebbe rappresentare un beneficio netto per le finanze dello Stato.

Secondo stime recenti della Fnomceo (l'Ordine dei medici), tra il 2019 e il 2023 circa 39.000 medici italiani hanno lasciato il paese, con un aumento significativo di emigrazione negli ultimi anni. Le ragioni di questa tendenza includono le retribuzioni più elevate offerte all'estero, con differenze salariali che possono superare i 60.000 euro annui in alcuni paesi europei come il Lussemburgo, l'Islanda, l'Olanda e la Germania.

Questa misura potrebbe contribuire a colmare il deficit di medici nel Servizio Sanitario Nazionale e a fornire un sollievo alle strutture sanitarie italiane, già sotto pressione. Resta da vedere se questa proposta otterrà il necessario sostegno politico e se sarà implementata con successo per invertire la tendenza all'emigrazione dei medici italiani.

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