Santander, giudici: dia 68 mln a Orcel. "Rottura unilaterale e ingiustificata"

Dopo circa 8 mesi di processo, la corte di Madrid ha condannato in 1° grado la banca iberica a risarcire i danni all'ex banchiere di Ubs per il mancato ingaggio

Andrea Orcel
Economia
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I giudici di Madrid hanno sposato la tesi del banchiere secondo cui la lettera di offerta inviata a Orcel era un “contratto valido”

Rottura “unilaterale e ingiustificata”. Il Santander deve pagare ad Andrea Orcel un risarcimento da 68 milioni: 17 milioni come bonus di firma, 35 milioni a copertura degli incentivi di lungo periodo, 5,8 milioni per due annualità della remunerazione target e 10 milioni per danni morali e reputazionali. Quella contro la quale la prima banca spagnola, una delle più grandi banche europee presieduta da Ana Botin è intenzionata a presentare ricorso, è una sentena pesante. 

Il neo amministratore delegato di UniCredit che ancora oggi sta raccogliendo i frutti in borsa e sul mercato dell’apprezzamento al proprio piano industriale, aveva citato in giudizio la banca iberica due anni fa per la “marcia indietro” sulla sua nomina, annunciata dal gruppo nel settembre 2018, ma seguita quattro mesi dopo da un ripensamento del consiglio di amministrazione che giudicava insostenibile il pagamento del bonus differito da 35 milioni che il banchiere italiano aveva maturato presso Ubs, banca di cui era alto dirigente e che lasciò per firmare con gli spagnoli.

Inizialmente, la richiesta del “Ronaldo dei banchieri”, così com’è chiamato sul mercato l’investment banker, era di 112 milioni di euro, ridotti a 76 milioni dopo la nomina in UniCredit nell'aprile scorso. Il banchiere italiano ha chiesto che il contratto del 24 settembre 2018 sia dichiarato valido e Santander sia condannato a risarcirlo con 17 milioni di premio di costituzione, 35 milioni per l'assunzione di incentivi a lungo termine, 10 milioni per danni morali e reputazionali e l'importo corrispondente a due anni dello stipendio che avrebbe ricevuto da Santander.

Per Santander invece la lettera di offerta inviata a Orcel non era un “contratto valido”, in quanto non era stato approvato dal consiglio di amministrazione o dall'assemblea degli azionisti, mentre la nomina era ancora soggetta alla valutazione di idoneità della Banca centrale europea.

Nella sua sentenza il magistrato Javier Sánchez Beltrán ha però sposato la tesi di Orcel e ha condannato Santander al pagamento di un risarcimento di 68 milioni, giudicando "evidente" che la lettera di offerta del 24 settembre 2018 "costituisce un contratto valido e perfetto", poiché contiene l'offerta di una parte, l'accettazione dell'altra, il conseguente consenso di entrambe sulla gestione del rapporto di lavoro. Il giudice ha anche utilizzato per la sua decisione le dichiarazioni rilasciate dalla Botin sul suo account Twitter.

"Andrea Orcel è stato nominato amministratore delegato del gruppo Santander con effetto dall'inizio del 2019 (...). È motivo di grande soddisfazione che Orcel entri a far parte della nostra azienda come amministratore delegato del gruppo", aveva twittato la presidente del gruppo il 25 settembre 2018. Ma la Botin aveva anche elogiato, in un'intervista a Bloomberg dell'ottobre 2018, l'esperienza che Orcel avrebbe portato al gruppo mentre in un video promozionale si preannunciavano i "cambiamenti al vertice" con la nomina del "nuovo amministratore delegato del Banco Santander".

Secondo il giudice poi il consiglio di amministrazione avrebbe in realtà approvato il contratto, poiché dal verbale dell'assemblea del 25 settembre 2018 risulterebbe come l'offerta economica inviata ad Orcel avesse l'approvazione del Comitato Retribuzioni e che il Cda avrebbe deliberato all'unanimità di nominarlo per cooptazione membro del Consiglio e amministratore delegato della banca, nomina che avrebbe dovuto essere ratificata nella prima assemblea generale degli azionisti per poi diventare effettiva dopo l'autorizzazione della Bce.

Peraltro, la stessa “presidenta” a settembre 2018 avrebbe informato il comitato nomine che sia la Bce che la Banca di Spagna avevano comunicato informalmente di non avere obiezioni alla nomina del banchiere italiano. Sottolineando che la lettera di offerta non contiene alcun riferimento all'approvazione della nomina da parte dell'assemblea degli azionisti, il giudice ha così dichiarato valido e perfezionato il contratto del 24 settembre 2018 giudicando la marcia indietro della banca "unilaterale e immotivata". 

Santander: "Forte disaccordo sulla sentenza, vinceremo l'appello"

Il gruppo è fortemente in disaccordo con la sentenza, ha fatto sapere un portavoce dell'istituto iberico. "Il consiglio di Santander - ha aggiunto - è fiducioso che avremo successo in appello come gia' accaduto per le due denunce penali gia' esaminate dai giudici in relazione a questa vicenda".