Sapelli ad Affari: “Basta con le sanzioni alla Russia. Lagarde inadatta"
Per l’economista “non ci sarà alcuna escalation tra Nato e Mosca, ma il sistema punitivo non sta funzionando”
Sapelli: “I tecnici sono una iattura e l’Italia è vassalla degli Usa”
“Non c’è nessun problema con il gas, la Russia ha tutto l’interesse a venderlo, altrimenti non potrebbe far funzionare la sua economia. Ma io sono molto scettico verso le sanzioni, bisogna vincere sul campo contro Mosca”. Il professor Giulio Sapelli a ruota libera parla ad Affaritaliani.it della difficile congiuntura che stiamo vivendo. Nella sua carriera ha insegnato storia economica ed economia politica nelle università europee e delle due Americhe e ha lavorato come consulente e consigliere d’amministrazione in importanti gruppi industriali e finanziari, tra cui Eni, Mps e Unicredit.
Professore, quanto è grave il momento che stiamo vivendo?
Se parla del gas, per il momento non ci sono emergenze, il gas c’è e la Russia continua a venderlo perché su quello poggia la sua economia.
E l’Italia?
Per una volta siamo messi meglio degli altri, grazie all’intelligenza dell’Eni che ha saputo diversificare gli approvvigionamenti già da tempo, puntando anche sull’Algeria.
La Russia sta reagendo?
Sta provando a diversificare ma per il momento non ci sta granché riuscendo. Ma è il meccanismo sanzionatorio che non funziona.
Abbandoniamo le sanzioni?
Sì, ma solo perché la Russia va sconfitta sul campo.
Intende in guerra?
Per forza di cose: perché le battaglie perse da Napoleone dipesero per gran parte dalle sanzioni che si ritorsero contro di lui e bloccarono le sue forniture.
Non teme un’escalation che coinvolga la Nato?
Assolutamente no, nessuno ha interesse ad allargare il conflitto. Per questo si è scelto di non applicare la “no fly zone” e per questo si continua a muoversi in un’ottica di circoscrizione del conflitto. Bisogna quindi vincere sul campo ma tenere in piedi le relazione economiche.
Però così si rischia di spostare ulteriormente verso l’alto la tensione: e se partisse l’atomica?
Come diceva Henry Kissinger la minaccia nucleare è proprio quella che consente di mantenere locali i conflitti.
Le sanzioni non stanno stritolando la Russia?
Mah, gli effetti si vedranno tra qualche mese, ma intanto stanno provando a diversificare.
Nell'altra pagina i giudizi al vetriolo su Lagarde e Von Der Leyen
Non le pare che ci sia un atteggiamento un po’ troppo oltranzista e draconiano da parte dell’Occidente?
Shakespeare avrebbe detto che “la follia si è impossessata del mondo”. I tecnici sono degli incompetenti, non hanno alcuna visione olistica.
Parla dell’ingresso dell’Ucraina in Europa?
Solo un branco di insipienti non avrebbe capito che la Serbia, la Macedonia, l’Albania e la Bulgaria avrebbero fatto in maniera diversa resistenze. Vuol dire non conoscere la storia e pensare che l’impero Ottomano sia stato fondato da un imprenditore di maniglie.
Ora esagera… che cosa ne pensa della Von der Leyen?
Inadeguata. Suo padre era un grande intellettuale, ma lei è l’epitome dell’inadeguatezza. Basta pensare a quello che sta succedendo a Kaliningrad. Lì si vede in maniera lampante la mancanza di un ruolo di guida dell’Unione Europea. La presidente della Commissione ha il dovere di sconsigliare alla Lituania di muoversi in maniera così goffa. Avrebbe dovuto realizzare una dichiarazione pubblica, comprendendo il retaggio storico di popoli massacrati dallo stalinismo che non aspettavano altro che punire Mosca, ma cercando di mediare.
Un suo giudizio su Christine Lagarde?
Non ho parole.
Le trovi…
Diciamo che è la riprova che non solo noi non abbiamo una valida classe dirigente a governarci. L’unica cosa che apprezzo di lei sono i tailleur Chanel. Trovo che faccia una pessima pubblicità anche a tutte coloro che si battono, giustamente, per la parità delle donne. Se ci fosse ancora un femminismo come si deve sarebbe molto arrabbiato con la numero uno della Bce.
Come se ne esce da questa situazione?
Per quanto riguarda l’allargamento dell’Europa urge organizzare una grande conferenza balcanica che si faccia promotrice dell’adesione ucraina una volta ottenute le dovute garanzie. Nel mio libro “Ucraina anno zero” racconto proprio che la colpa di questa situazione drammatica sia nel bradisismo delle relazioni internazionali.
Ci spieghi meglio…
Si è scelto di abbandonare in maniera criminale l’Afghanistan. Si è voluto allargare in maniera artata la Nato, inserendo la Georgia. È stata una provocazione continua a un Paese che ha un retaggio imperialista crudele, fin dai tempi di Napoleone. Basta leggere Medvedev, che aveva quasi ripudiato Putin e che ora è uno dei suoi più fedeli alleati, per capire che l’unico obiettivo della Russia è sconfiggere in modo più o meno figurato l’Occidente.
In tutto ciò che ruolo può giocare l’Italia?
Semplice, quello di vassallo degli Stati Uniti. È già successo durante la guerra in Vietnam, quando La Pira andò a parlare con Ho Chi Min lo fece su preciso ordine del presidente degli Usa che voleva sondare il terreno. Questa è la nostra dimensione, questo il ruolo che ci compete. Inutile provare a fare i “grandi”.
Andremo incontro a una crisi economica?
Peggio, affronteremo le sabbie mobili. Da quelle non si esce, ci aspetta una sorta di commissariamento perpetuo perché già prima della guerra eravamo tra i Paesi con il più alto tasso di povertà assoluta. Figuriamoci ora. Abbiamo creato delle soluzioni istituzionali come il trattato italo-francese e italo-tedesco. Ma sono solo i prodromi della nostra economia definitivamente sotto controllo.