I Moratti mandano in pensione il petrolio. Da Angelo a Mao, storia di un'epoca

Ceduta la partecipazione azionaria al prezzo di 1,75 euro per azione, Saras va verso il delisting da Piazza Affari

di Rosa Nasti
Moratti
Economia

Saras, i Moratti cedono la proprietà a Vitol. L'addio della famiglia dell'oro nero "italiano"

Le grandi famiglie imprenditoriali italiane svendono i loro imperi all'estero e riducono gli investimenti nel Bel Paese. Si potrebbe dire che non ci sono più i capitalisti italiani di una volta. La famiglia Moratti ha deciso di fare affari con Vitol, società svizzero-olandese del commercio di materie prime, cedendo il 35% delle azioni di Saras a un prezzo di 1,75 euro per azione (cifra che valorizza la società 1,7 miliardi), procedendo poi con un'offerta pubblica a Piazza Affari per l'acquisizione del restante capitale. Forse hanno visto un'opportunità troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, o forse semplicemente hanno deciso che il futuro della loro azienda si trova altrove.

Saras, con la sua grande raffineria a Sarroch vicino Cagliari (la più grande nel Mediterraneo), è un pezzo importante del puzzle energetico italiano ed europeo. Ma ora sembra destinata a uscire dalla scena della Borsa di Milano, lasciando gli investitori a chiedersi cosa ne sarà di lei. La valutazione della raffineria sta toccando quota 2 miliardi di euro, dimostrando che c'è del valore nascosto tra i tubi e i serbatoi. E mentre i Moratti incassano la bella cifra di 582 milioni di euro, l'acquisizione di una parte così rilevante di Saras da parte di un investitore straniero richiederà comunque l'approvazione del governo italiano, che ha il potere di veto grazie al golden power, prerogativa legale finalizzata a proteggere gli asset strategici del paese.

Entrambi i rami della famiglia milanese del settore petrolifero stanno cedendo la loro quota del 40% in Saras attraverso le tre holding: la Massimo Moratti Sapa, guidata dall'ex presidente dell'Inter, con il 50% in nuda proprietà assegnato ai figli Angelomario e Giovanni; Angel Capital Management, di proprietà di Angelo Moratti, figlio di Gian Marco Moratti e di Lina Sotis; e Stella Holding, di Gabriele Moratti, nato dalle seconde nozze di Gian Marco Moratti con l'ex ministro e sindaco di Milano, Letizia Moratti.  La notizia della cessione si era fatta strada negli ultimi giorni, alimentando speculazioni senza conferme ufficiali. Ora che il controllo passa nelle mani di Vitol, sorge spontanea la domanda: stiamo assistendo al disfacimento della famiglia Moratti? Cosa ne sarà dell'impero lasciato da Angelo?

I Moratti incarnano il cuore pulsante del Belpaese, un cocktail all'italiana fatto di spirito imprenditoriale e fervore calcistico. L'Inter e la famiglia Moratti sono legati da una storia indissolubile (indipendentemente dai cambiamenti di proprietà), ma il successo della squadra riflette soprattutto la passione e l'intuito di Angelo Moratti, un'eredità portata avanti con successo anche dai figli Gian Marco e Massimo.

La fortuna dei Moratti risale proprio al padre Angelo,uomo di origini modeste che si è fatto da sé. A soli 23 anni, fonda la sua prima società di commercio di combustibili fossili. La sua visione lo porta poi a creare raffinerie come la Rasiom ad Augusta, Siracusa, nel 1948, e la raffineria Saras a Sarroch, Cagliari, nel 1962. Con una produzione annuale di 15 milioni di tonnellate e una quota di lavorazione del 20,4% nel panorama nazionale, la raffineria Saras diventa una delle realtà più significative dell'industria italiana. Ma Moratti non si limita al settore petrolifero. L'influenza di Angelo si estende anche ai media, con partecipazioni nel Corriere della Sera e de Il Globo negli anni '70. Tuttavia è il suo ruolo di presidente dell'Inter, dal 1955 al 1968, che lo consacra come una figura iconica, lasciando un'eredità duratura, celebrata con piazze, stadi e vie intitolate al suo nome in tutta Italia.

Alla sua morte, Angelo passa il testimone al figlio Gian Marco, nato nel 1936 a Genova, che ne eredita non solo il cognome illustre ma anche lo stesso impegno imprenditoriale e sociale. Laureato in Giurisprudenza a Catania si unisce al consiglio d'amministrazione di Saras a soli 27 anni, assumendo la presidenza dell'azienda alla scomparsa del padre. Ma la sua influenza si estende oltre l'industria petrolifera, con coinvolgimenti in varie istituzioni e aziende di prestigio, come l'Angelo Moratti S.a.p.A., l'IEFE ( (Istituto Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente), l'Università Bocconi, il Corriere della Sera e BNL. La sua dedizione al lavoro fu tale che gli valse anche il titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1992. Inoltre, consapevole della necessità di adattarsi ai cambiamenti del mercato, Gian Marco ha diversificato anche le attività di Saras, investendo in impianti di gassificazione e parchi eolici.

Lo chiamavano il patriarca silenzioso, per il carattere riservato e appunto, silenzioso. Dei Moratti era il meno noto, il meno mondano, ma Gian Marco Moratti era un vero e proprio uomo di famiglia. Non amava stare sotto i riflettori, e raramente lo si vedeva in pubblico, ma era sempre vicino alla moglie Letizia Brichetto e al fratello Massimo. L'eredità di Gian Marco spazia oltre i confini aziendali. Nonostante la ricchezza e i privilegi della sua famiglia, si sentiva in debito con la società. Così, ha dedicato tempo e risorse alla Comunità di San Patrignano anziché cedere ai lussi che avrebbe potuto permettersi, supportando la comunità nel recupero dei tossicodipendenti. La sua modestia e riservatezza lo distinguono notevolmente da altri magnati del suo tempo come Berlusconi. Gianmarco prendeva decisioni nell'ombra, concentrandosi sulle sue opere benefiche anziché cercare l'attenzione mediatica, e la sua scomparsa nel 26 febbraio 2018 a Milano, dopo una lunga malattia, a 81 anni, segna una svolta epocale nell'assetto familiare.

La vedova Letizia, Letizia Brichetto Arnaboldi (il cognome Moratti è acquisito dal marito Gian Marco) nasce in una famiglia di origini aristocratiche e antifascista, e viaggia di pari passo al marito diventando una figura di spicco nell'imprenditoria milanese coniugandolo con successo a quello politico. Laureata in Scienze politiche presso l'Università Statale di Milano, entra in politica nel 1994, quando viene nominata presidente della Rai dal governo Berlusconi. Per Moratti è la prima esperienza politica, ma l'affronta lasciando da subito una forte scia. Arrivata al potere Moratti fa sapere di volere giornalisti "alla inglese" e di essere pronta a tagliare le spese. "Entro il 1996 taglieremo 300 giornalisti", promette, ma (casualmente) la sua esperienza terminerà proprio quell’anno. Letizia si avvicina poi al mondo delle telecomunicazioni. Collabora con il magnate australiano Rupert Murdoch per il lancio di Sky in Italia. Tuttavia, in seguito a divergenze di opinioni, interrompe il sodalizio. Il richiamo alla politica arriva nel 2001, quando Berlusconi la sceglie come ministro dell'Istruzione nel suo nuovo governo. Moratti promuove una riforma che non solo prevede tagli di spesa, ma anche l'introduzione del voto in condotta. Durante questo periodo, emergono però una serie di scontri con l'allora ministro all'Economia Giulio Tremonti che tenta di limitarne l'influenza ricordandole il confine tra il governo e la sfera personale.

Nel 2006, con il cambio di governo, Moratti lascia il suo incarico ministeriale, vedendo la sua riforma cancellata. Tuttavia, quell'anno si rivela comunque fortunato per Letizia quando il centrodestra la propone come candidata per la carica di sindaco di Milano. Moratti vince le elezioni comunali e, da Palazzo Marino, conduce la città verso il successo dell'Expo 2015. Ad oggi, dopo la parentesi del Terzo Polo e le interlocuzioni con Matteo Renzi e Carlo Calenda, Letizia fa ritorno nel centrodestra, entrando a far parte di Forza Italia.

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Ma l'eredità Moratti non si estende solo a Gian Marco, perchè nell'altra faccia della medaglia troviamo Massimo Moratti, quartogenito di Angelo, vissuto per molto tempo all'ombra del fratello. Dopo essersi laureato in Scienze Politiche, Massimo intraprende una carriera che lo vede protagonista in diversi ambiti imprenditoriali e sportivi. Alla morte del padre Angelo, Moratti eredita insieme al fratello la Saras, diventando presidente fino alla sua scomparsa nel febbraio 2018. A quel punto, assume a pieno la guida dell’impresa, ma la sua attività imprenditoriale si è estesa oltre il settore petrolifero, includendo anche il campo dell'energia elettrica con l'acquisizione di Sarlux. Nel 2021, Moratti diventa inoltre socio accomandatario e presidente di Angelo Moratti S.a.p.A. e di Sarint S.A., entrambe facenti parte del Gruppo Saras. È anche membro del consiglio di amministrazione di Interbanca e Pirelli.

Oltre all’attività imprenditoriale, Massimo Moratti ha avuto una passione, ereditata dal padre, che lo accompagna da sempre: l'amore per la squadra nera e blu. Il 18 febbraio del 1995 acquista l’Inter, spendendo cifre esorbitanti per riportare la squadra ai risultati di un tempo. Dopo aver ingaggiato allenatori di spicco come Roberto Mancini e José Mourinho, l’Inter raggiunge risultati notevoli, tra cui cinque scudetti e una Champions League. Dopo le vittorie, però, l’Inter torna a perdere. Come se non bastasse, Massimo riceve una multa di 45mila euro per la faccenda legata agli ingaggi di Diego Milito e Thiago Motta. Infine, nel 2011 arriva una pesante accusa inerente l’inchiesta di Calciopoli, che vede coinvolti il Presidente neroazzurro e altri dirigenti del club. Il 15 ottobre del 2013 Moratti vende il 70% delle quote di partecipazione del club alla società indonesiana International Sports Capital, guidata da Erick Thohir, Rosan Roeslani e Handy Soetedjo. 

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Dopo la recente notizia in casa Saras, ad oggi l'eredità Moratti sembra estinguersi, eppure non possiamo parlare di una famiglia in cui mancano eredi che possano prendere in mano le redini dell'impero. Oltre Gian Marco e Massimo, l'albero genealogico si estende anche ai figli, Angelo e Gabriele, Angelomario (detto “Mao”) e Giovanni. I quattro figli maschi detengono la nuda proprietà di quasi l’intero capitale delle due accomandite dei padri, la Gian Marco Moratti Sapa e la Massimo Moratti sapa che controllano ciascuna poco più del 25% di Saras, mentre l’usufrutto è tutto nelle mani dei due genitori. In particolare Angemario lavora sulla scia di Angelo Moratti. Da nonno a nipote, e non da padre a figlio, "Mao" dal 2005 lavora nel gruppo Saras, dove attualmente è consigliere di amministrazione, oltre che Presidente del Consiglio di Amministrazione della SARAS ENERGIA S.A. e Consigliere di SARINT S.A.

Oltre questo, Angelomario è anche presidente esecutivo di Seven Srl, una holding di investimento in Venture Capital con sede a Milano, che ha fondato nel 2015 e che conta più di 35 società diversificando tra diversi settori di business e geografie. Ma "Mao" è anche Presidente Esecutivo di Mangrovia Blockchain Solutions, dove supervisiona le decisioni esecutive della software house italiana specializzata in tecnologia blockchain. 

Tra gli eredi favorevoli a cedere le proprie quote di Saras ci sarebbero Angelo e Gabriele Moratti, i figli di Gian Marco. Per i Moratti questa mossa simboleggia la chiusura di un capitolo nel mondo dell'oro nero italiano, un'eredità familiare che si estende per 62 anni e sul quale i discendenti di Angelo non vedono l'ora di scrivere la parola "fine"

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