Sci, mazzata per gli amanti della settimana bianca: impianti carissimi. Prezzi alle stelle a Bormio e Livigno

I comprensori più blasonati puntano molto sulla clientela straniera soprattutto dagli Stati Uniti e dell'emergente mercato cinese

di Maddalena Camera
Economia

Sci, i rincari per gli amanti della settimana bianca: impianti carissimi

La stagione dello sci è alle porte, l'apertura dei comprensori è prevista tra fine novembre e i primi di dicembre, e i rincari pure. Secondo l'osservatorio del turismo montano Jfc l'aumento quest'anno per la vacanza in montagna sarà del 6,2%. Il caro impianti non si ferma dunque anche se il prezzo dell'energia non è cresciuto ma risente comunque di aumenti rispetto al periodo pre-Covid. La pandemia infatti ha fatto schizzare i prezzi, in tre anni, di quasi il 30% per impianti di risalita ma anche servizi di ristorazione e alberghieri. 

Il risultato è stata una contrazione dei turisti italiani sulla neve e un aumento degli stranieri a cui sciare sulle alpi, dal Monte Bianco alle Dolomiti, piace parecchio. E nel grande comprensorio del Dolomiti Superski, che ha compiuto 50 anni, con oltre mille chilometri di piste ormai la proporzione tra italiani e stranieri è invertita: 51% sono gli sciatori che vengono dall'estero e il 49% italiani. Potrebbe essere la soluzione del problema ma, secondo Assoutenti si tratta di un'arma a doppio taglio per il comparto del turismo dato che, come già accaduto in estate, anche gli stranieri reagiscono all'aumento delle tariffe modificando le proprie abitudini e tagliando il numero di notti fuori casa. 

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Infatti, secondo gli ultimi dati di Demoskopika, anche i flussi turistici dall'estero sono previsti al ribasso per la stagione invernale che è alle porte, con un forte calo per gli stranieri i cui arrivi scenderanno del -3,6% e i pernottamenti del -5,2%. Una dimostrazione di come, dopo gli italiani, anche gli stranieri potrebbero decidere di difendersi dal caro-prezzi che investe le località turistiche montane della Penisola. 

Il giro d'affari delle vacanze sulla neve è comunque importante e sfiora quota 11,2 miliardi considerando circa 9 milioni di presenze. Guardando ai singoli comprensori, anche in assenza del caro-energia, i prezzi salgono. Ad esempio il giornaliero del Dolomiti Superski costa il 3,8% (che vuol dire 83 euro in alta stagione) rispetto allo scorso anno: il 23,9% rispetto al 2021. A La Thuile e Courmayeur il rincaro è del 3,1% mentre a Cervinia Valtournenche si spende il 3,4% in più. 

Incrementi più pesanti a Bormio, dove la tariffa giornaliera dello skipass sale del 5,4% e Livigno (+4,7% sul 2023, +27,9% sul 2021). I comprensori stanno cercando di mitigare gli aumenti offrendo, come ad esempio il Dolomiti Supersky, uno sconto sul prezzo del 30% a tutti i minori di 18 anni, scontistica che era riservata solo ai minori di 16 anni. E la Val D'Aosta ha in programma sconti per gli under 25, iniziativa che potrebbe essere accolta anche nelle Dolomiti. 

"Stiamo anche pensando - ha detto Andy Varallo presidente di Dolomiti Supersky- di offrire sconti agli universitari e quindi a tutti i minori di 25 anni per sciare nei periodi in cui hanno finito gli esami". Secondo Varallo comunque non è possibile far scendere il prezzo dei giornalieri perché il prezzo dell'energia è comunque superiore del 35% al periodo pre-Covid.

Non c'è dubbio comunque che i comprensori più blasonati puntano molto sulla clientela straniera soprattutto dagli Stati Uniti e dell'emergente mercato cinese, dove il costo degli skypass, specie negli Usa è molto elevato. Tra i fenomeni in corso non bisogna dimenticare i cambiamenti climatici che porteranno a perdere tra il 4 e il 7% di piccole località montane dove la neve non potrà essere neppure sparata artificialmente a causa delle alte temperature.

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