Settimana lavorativa corta in Italia, la proposta della Cisl

Introdurre la settimana lavorativa corta anche in Italia: è la proposta della Cisl dopo la lettura dei risultati delle sperimentazioni nel Regno Unito.

di Redazione Economia
(Fonte immagine: Imagoeconomica) 
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Settimana lavorativa corta in Italia: la Cisl chiede di provarla, dopo i risultati positivi della sperimentazione nel Regno Unito

Introdurre la settimana lavorativa corta anche in Italia: è la proposta della Cisl dopo la lettura dei risultati delle sperimentazioni nel Regno Unito. 

"La notizia sull'esito positivo della sperimentazione della settimana corta nel Regno Unito in 61 aziende, con interessanti risultati sia per le aziende che per i lavoratori, deve aprire anche in Italia un confronto tra parti sociali nella stessa direzione. È tempo di regolare il lavoro soprattutto nel settore manifatturiero in modo più sostenibile, libero e produttivo", ha detto Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl.

L’idea della Fim Cisl è negoziare a livello aziendale una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario: "Rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro. È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale, ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati", conclude Benaglia. 

La sperimentazione della settimana lavorativa di 4 giorni nel Regno Unito

Nel Regno Unito 61 aziende di settori differenti hanno preso parte a un test sulla settimana lavorativa corta, che è durato da giugno a settembre 2022. Il campione della sperimentazione sono stati 2.900 lavoratori inglesi. A fine test, delle 61 aziende partecipnti, 56 hanno esteso la prova e di queste 18 l'hanno resa permanente.

I sondaggi sul personale condotti prima e dopo il test hanno rilevato che il 39% dei dipendenti sostiene di essere meno stressato: il 40% dorme meglio, il 54% afferma che era più facile bilanciare il lavoro e le responsabilità domestiche. Il numero di giorni di malattia durante la sperimentazione è diminuito di circa due terzi e il 57% in meno dei dipendenti ha lasciato le aziende rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il risultato più significativo è che la produttività non è calata: la stragrande maggioranza delle aziende ha riferito di essere soddisfatta delle prestazioni aziendali durante il periodo di prova. I ricavi sono  aumentati leggermente: +1,4%.

 

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