Shein, slitta (ancora) la quotazione in Borsa: il colosso cinese nel mirino di Ue e Usa
La stretta della Commissione Ue sui marketplace online che vendono prodotti illegali e pericolosi, e i dazi degli Usa sui prodotti cinesi
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Shein rinvia la quotazione in Borsa: la pressione di USA e Ue mette in difficoltà il gigante del fast fashion
Shein sta attraversando un periodo difficile, tra sfide normative, tariffe imposte dagli Stati Uniti e una quotazione in Borsa sempre più lontana. Il gigante del fast fashion, che ha rivoluzionato il mercato globale con i suoi prezzi stracciati e una produzione rapida, è ora nel mirino delle autorità.
Nello specifico, in Europa, la Commissione Europea starebbe preparando una stretta sui marketplace online che vendono prodotti illegali e pericolosi, come quelli di Shein, Temu e Amazon. Se la regolamentazione dovesse passare, potrebbe mettere in seria difficoltà il modello di business di Shein, che si basa su capi d'abbigliamento economici provenienti dalla Cina.
A complicare ulteriormente le cose, c'è la politica commerciale degli Stati Uniti, che sotto l’amministrazione Trump, impone dazi più alti sui prodotti cinesi. Questo ha costretto Shein, secondo quanto riportato da Bloomberg, a spostare una parte della sua produzione in Vietnam per cercare di evitare le pesanti tariffe sulle merci cinesi.
E come se non bastasse, l'attesa offerta pubblica iniziale (Ipo) di Shein, che avrebbe dovuto arrivare nei primi mesi del 2025, è stata rinviata nuovamente. Il Financial Times ha rivelato che l'Ipo potrebbe slittare alla seconda metà dell’anno, sebbene Shein abbia presentato la domanda per l’Ipo a giugno. L'approvazione della Financial Conduct Authority del Regno Unito non è ancora arrivata, e senza il via libera dell'autorità, l'operazione resta in stand-by.
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Laddove dovesse passare, rappresenterebbe l'ingresso di una delle aziende più influenti al mondo sulla Borsa di Londra, e darebbe anche una spinta al mercato finanziario europeo, che sta attraversando una crisi da tempo. La valutazione dell'azienda, che nel 2023 era di 65 miliardi di dollari, è ben lontana dai 90 miliardi iniziali, ma rimane comunque un’occasione importante per gli investitori globali.