Sigarette, 15 miliardi nelle casse del governo. Ma la sanità resta a secco

Lo Stato guadagna 15 miliardi per le sigarette, ma non li devolve all’istituto sanitario nazionale, cosa che dovrebbe fare

Di Mirco Maggi
Economia

Il governo si riempie le tasche con il fumo e trascura la sanità

Per la legge di Bilancio del 2025 servono circa 22 miliardi; gran parte delle risorse è già a bilancio, ma per l’anno prossimo bisognerebbe trovare tra 5 e 10 miliardi. E da dove si prendono? Si smette forse di dare miliardi all’Ucraina? Ma nemmeno per sogno. Si deve quindi trovare l’uovo di Colombo, ed eccolo pronto e servito dall’Aiom: aumentiamo di 5 euro a pacchetto le sigarette ed ecco qua i 13 miliardi mancanti. D’altra parte, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, proprio in questi giorni parlava di sacrifici che tutti dobbiamo essere pronti a fare, e per “tutti” si intendono solo i cittadini, sia chiaro: il popolo, insomma, come sempre.

Giorgetti si appella all’articolo 53 della Costituzione: tutti sono tenuti a contribuire alle spese della Repubblica in funzione della loro capacità contributiva. Ed ecco che, chissà come mai, e con un sospetto tempismo incredibile (è molto probabile che si tratti di una manovra ben orchestrata da chissà quanto tempo) arriva la soluzione: "sigarette, tassa di 5 euro per finanziare la sanità, possibile emendamento in Manovra".

Aumentando di 5 euro il costo dei pacchetti di sigarette, la tassa porterebbe nelle casse statali circa 13,8 miliardi di euro per sostenere il Servizio sanitario nazionale. Questa è la misura che potrebbe entrare in legge di bilancio dopo l’apertura alla richiesta dell’AIOM, l'Associazione italiana di oncologia medica, da parte della vicepresidente del Senato, Castellone.

Peccato però che non si dica, che non se ne parli, e guai a chi lo fa notare, che lo Stato incassa già annualmente, ogni anno, proprio grazie alla vendita delle sigarette, circa 15 miliardi, cifra che risulta essere più o meno, se non addirittura in eccesso, pari a quella che il dottor Francesco Perrone dell’AIOM propone di ottenere aumentando il costo dei pacchetti di sigarette di 5 euro l’uno. In pratica: lo Stato guadagna 15 miliardi per le sigarette, ma non li devolve all’istituto sanitario nazionale, cosa che dovrebbe fare, proprio in merito alla richiesta del prof. Perrone. Quindi cosa fa lo Stato? Prende in considerazione la proposta dell’AIOM continuando così a intascarsi i 15 miliardi l’anno per le tasse sulle sigarette, e ipotizzando che i 13 miliardi mancanti per la manovra di bilancio li paghino i fumatori. Il solito paradosso all’italiana: vessiamo il cittadino e facciamo i furbi, tanto la gente non legge, non capisce, non si informa.

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Intendiamoci: la richiesta di fondi per la sanità da parte dell’AIOM è più che giusta e legittima; serve denaro per la ricerca e per poter curare e guarire tutti i malati di tumore, specialmente quelli causati dall’uso del tabacco. Peccato però che dovrebbe essere lo Stato a devolvere quei 15 miliardi che l’AIOM richiede proprio con i guadagni che intasca per le tasse sulle sigarette, e non i fumatori. È troppo facile così. Ed è per questo che la vicepresidente del Senato, Castellone, prende in considerazione di inserire nella manovra di Bilancio questa proposta, che sembra essere proprio la “mano santa” e la soluzione a tutto.

Prepariamoci quindi alle accorate dichiarazioni di tutti i politici che dicono che il fumo fa male, che è giusto aumentare il costo delle sigarette per dissuadere i fumatori, che tutti sono d’accordo, "che lo facciamo per il bene e per la salute dei cittadini", ma sono tutte fandonie. Servono soldi per la sanità e lo Stato non vuole saperne di contribuire con le tasse di quelle sigarette che fanno male, ma che sono in libera vendita, e che fruttano ben 15 miliardi di euro l’anno. E prepariamoci anche ai leit-motiv: in Italia le sigarette costano meno che in altre parti del mondo (non è così per il cambio dell’euro), oppure: “tanti sono d’accordo a questo aumento”, e cioè tutti quelli che non fumano, ovviamente.

Quindi servono questi miliardi, e allora che si fa? Si smette forse di spenderli per le armi in Ucraina? Giammai. Il nostro governo è il più grande sostenitore di Zelensky e i miliardi spesi per l’Ucraina avrebbero rafforzato sicuramente il nostro sistema sanitario, perennemente in crisi, con ospedali al collasso, medici in fuga, infermieri mancanti e stipendi tra i più bassi d’Europa.

Serviva l’uovo di Colombo; e cioè tassare chi ha il viziaccio, il più debole insomma, come sempre. Il prossimo giro sarà aumentare di 5 euro tutte le bottiglie di vino rosso, bianco e pure quello rosé, e pure tutti i liquori, perché bere fa male alla salute, lo sanno tutti; ma anche in quel caso lo Stato continuerà a incassare le tasse sugli alcolici e aumenterà i prezzi al pubblico dei prodotti per destinarli alla sanità, che dovrà curare gli alcolisti. Povera, povera, povera Italia!
 

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