Sigarette, 5 euro in più per pacchetto: la tassa per salvare il Servizio Sanitario. Tremano i fumatori

La vicepresidente del Senato, Domenica Castellone (M5S), presenterà un emendamento alla prossima legge di bilancio

di Redazione Economia
Economia

Una tassa di 5 euro sulle sigarette per sostenere la sanità: 13,8 miliardi di ossigeno al Ssn

Una nuova imposta di scopo sulle sigarette, con un incremento di 5 euro per pacchetto, potrebbe essere la chiave per salvare il Servizio sanitario nazionale italiano (Ssn), ormai in crisi profonda. La misura, proposta dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), mira non solo a garantire un'iniezione di 13,8 miliardi di euro nelle casse della sanità pubblica, ma anche a ridurre drasticamente il consumo di tabacco, la principale causa di tumore al polmone e di altre gravi malattie.

Il presidente dell'Aiom, Francesco Perrone, non ha mezzi termini: il fumo è responsabile del 90% dei tumori al polmone, con circa 40.000 nuove diagnosi ogni anno solo in Italia. Si tratta di un problema che pesa sul sistema sanitario nazionale, generando un numero impressionante di vittime ogni anno: 93.000 morti legate al fumo, con un costo economico di 26 miliardi di euro.

I critici potrebbero obiettare che aumentare il costo delle sigarette di 5 euro sia una misura estrema, ma il confronto con altri Paesi europei dimostra che il prezzo delle "bionde" in Italia è tra i più bassi. Infatti in Francia un pacchetto costa 12,50 euro, in Italia siamo ancora sui 6,20 euro. Silvano Gallus, del Laboratorio di ricerca sugli stili di vita del Mario Negri, evidenzia che un aumento del 10% nel prezzo delle sigarette comporterebbe una riduzione del consumo del 4%.

LEGGI ANCHE: PMI, Rapporto KPMG 2023: cresce il consumo illecito di sigarette nell'UE, ma l'Italia resta un modello positivo

La proposta ha anche ricevuto il supporto di figure di spicco del Senato, tra cui la vicepresidente Domenica Castellone, che ha fatto sapere che presenterà un emendamento nella prossima legge di bilancio. Anche dal Partito Democratico sono arrivate aperture, con Beatrice Lorenzin, ex ministra della Salute, che ricorda come una misura simile fosse già stata proposta dieci anni fa, ma bocciata per resistenze interne. Oggi, tuttavia, c’è una crescente consapevolezza della necessità di un intervento di questo tipo.

Tags: