Swg, l'impegno etico-sociale delle aziende determina la scelta dei consumatori

Lavoro, insoddisfazione per il 31% degli italiani: dato peggiore per donne, giovani, redditi bassi e autonomi

Economia
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Consumatori-aziende, la responsabilità sociale conta sempre di più: l'impegno etico e sociale dei produttori è determinante nelle scelte

Swg, istituto triestino che progetta e realizza ricerche di mercato, opinione, istituzionali, di settore e osservatori, ha interpellato un campione di consumatori sul peso che nelle proprie scelte ha il fatto che un'azienda sia attenta alla responsabilità sociale. La responsabilità sociale, sottolinea l'istituto, negli anni è diventata particolarmente rilevante nelle valutazioni dei consumatori, grazie a un'aumentata consapevolezza e informazione degli stessi al riguardo. L'impegno etico e sociale dei produttori è sotto la lente di ingradimento dei consumatori, che esigono che l'attività delle imprese sia sostenibile dal punto di vista ambientale e rispettosa verso le persone.

Nel dettaglio, il 76% dei soggetti campioni (periodo di riferimento febbraio 2021) ha risposto che quando sa di un'azienda che ha comportamenti poco etici tende a non comprare più i suoi prodotti o servizi. Il 74% dichiara di tendere ad acquistare più volentieri prodotti e servizi di aziende note per l'impegno sociale, per il 50%, infine, la responsabilità sociale è solo una questione di marketing.

In maniera evidente è emerso uno scetticismo diffuso nei confronti della dimensione etica del comparto, soprattutto relativamente all'inclinazione alla solidarietà di banche e assicurazioni, e alla salvaguardia all'ambiente e all'attenzione delle persone, ambiti fondamentali per la Csr (Corporate Social Responsibility o Responsabilità sociale d'impresa).

Csr, per banche e assicurazioni è centrale la comunità

L'istituto ha quindi chiesto, con la possibilità di tre risposte, quali sono le principali caratteristiche che un’azienda in generale dovrebbe avere, o che dovrebbero avere banche e assicurazioni, per definirsi socialmente responsabili. Nel caso di aziende in generale, le tre caratteristiche (più votate) risultano: impegnarsi per ridurre l'impatto ambientale della propria attività, rispettare le persone con le quali entrano in relazione, sostenere e valorizzare la comunità e il territorio in cui si opera. Quest'ultimo elemento, nel caso di banche e assicurazioni, è il più votato (47%), seguito dalla riduzione dell'impatto ambientale al secondo posto (45%), e dal rispetto delle persone indicato dal 33% degli intervistati.


 

Dal sondaggio è emerso inoltre che banche e assicurazioni sono ancora lontane dagli obiettivi di sostenibilità, con il 69% che dichiara di ritenerle disarmate rispetto all'innovazione, e i numeri negativi schizzano in tema di solidarietà e attenzione alle persone (86%-82%). Tutti i dati nell'infografica qui sotto.


 

Lavoro, quasi un terzo degli italiani è insoddisfatto 

Il 31% degli italiani esprime insoddisfazione per la propria situazione lavorativa, peggio tra chi guadagna meno, per i giovani le donne e i lavoratori autonomi. Nell'ambito del lavoro subordinato la soddisfazione riguarda in particolare la relazione coi colleghi, la sicurezza sul posto e l'equilibrio vita-lavoro. Sono i dipendenti pubblici a risultare trasversalmente i più soddisfatti.

Molti occupati sono invece accomunati dall’insoddisfazione per le scarse prospettive di carriera, l’assenza di merito e i livelli retributivi. Quindi oltre un terzo dei lavoratori potrebbe cercare un altro lavoro nel giro di un anno. Siamo sotto la media globale del 41% registrato da una recente indagine Microsoft, ma si tratta comunque di un bacino vastissimo e sono dimensioni che pesano di più rispetto al fatto di avere o meno un posto fisso, al contrario di quanto si potrebbe pensare.

I livelli retributivi, per molti un tasto dolente, secondo i lavoratori italiani dovrebbero essere legati a produttività e competenza della persona, prima ancora che all’anzianità o alle ore lavorate. L’84% sarebbe favorevole alla libera gestione dell’orario di lavoro e 6 persone su 10 rinuncerebbero al 5-10% dello stipendio per una settimana di 4 giorni lavorativi.


 


 


 

Stipendio, i criteri (più votati) per stabilirlo