Stellantis, non solo Tavares: la sete di soldi degli azionisti ha portato alla crisi. E per il patron John Elkann incasso inaspettato
La strategia di Tavares ha premiato gli azionisti a scapito dei lavoratori. Mentre gli Agnelli-Elkann incassavano oltre 3 miliardi tra dividendi e buyback, 13.000 posti di lavoro venivano tagliati
Carlos Tavares - John Elkann
Stellantis, mentre Tavares tagliava posti di lavoro, gli azionisti si riempivano le tasche: 3 miliardi solo agli Agnelli-Elkann
Non è tutta colpa di Tavares. Certo, negli ultimi giorni si è scatenato il coro di critiche contro il portoghese, ma ridurre la crisi di Stellantis a una questione esclusivamente sua è un gioco fin troppo facile. Quando un gigante come questo affonda, non basta scaricare tutto su un singolo. Non c’è più bisogno di nascondere la polvere sotto il tappeto, e l'attuale situazione in cui riversa il gruppo è anche frutto di una politica aziendale fatta i tagli e una rovinosa smania di dividendi.
Tavares e Elkann, in questi anni, hanno sacrificato l'industria sull'altare del profitto a breve termine e, mentre i top manager si arricchivano, migliaia di operai italiani venivano lasciati a combattere con la precarietà della cassa integrazione, con circa 13mila dipendenti mandati a casa. Il risultato? Il titolo di Stellantis crolla e oltre 40.000 posti di lavoro in Italia sono a rischio. E chi ci ha guadagnato davvero? Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann, che esce da questa debacle con 3 miliardi di euro in tasca grazie ai dividendi e ai buyback.
La strategia di Tavares è stata cristallina: massimizzare i ritorni per gli azionisti, senza preoccuparsi del futuro. E per farlo, ha messo in campo una macchina da guerra fatta di dismissioni e delocalizzazioni. Dimenticate la ricerca, dimenticate l'innovazione. Come riporta il Corriere della Sera, Stellantis è tra le peggiori in assoluto per quanto riguarda l'investimento in ricerca e sviluppo. La "R&D intensity" di Stellantis nel 2022 è stata tra le più basse nell'industria automobilistica globale. A fronte di ricavi per 179,6 miliardi di euro, l’azienda ha investito solo 5,2 miliardi in R&D, pari al 2,9% dei ricavi. Un dato che dice tutto: un'azienda che accumulava dividendi mentre rinunciava alla competenza tecnologica.
Ma cosa ha guadagnato davvero Exor, il braccio finanziario della famiglia Agnelli, da questa gestione dissenata di Stellantis? Un sacco di soldi: circa 3 miliardi in dividendi e buyback in quasi quattro anni. Nel 2021, ha ricevuto 970 milioni, nel 2022 480 milioni, e nel 2023 600 milioni. Quest’anno, la cedola per Exor ha sfiorato i 700 milioni, arrivando a 697 milioni. A questi guadagni vanno aggiunti i 300 milioni circa per le azioni Faurecia distribuite a tutti gli azionisti. Invece il presidente John Elkann, grazie al suo pacchetto personale di 1 milione di azioni, ha incassato direttamente oltre 15 milioni di euro.
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Invece, dal suo lancio nel 2021, Stellantis ha distribuito circa 23 miliardi ai soci, di cui oltre 17 miliardi in dividendi (compresi quelli legati alle azioni Faurecia) e 5,5 miliardi in riacquisti azionari. Insomma uno sfrenato culto del dividendo eppure Elkann e Tavares continuano a puntare il dito contro l’Europa e la Cina, come se fosse colpa di qualcun altro. Stellantis ha fatto una scelta precisa: produrre ritorni immediati per gli azionisti invece di costruire qualcosa di durevole. E il risultato è davanti agli occhi di tutti: un colosso che fa felici gli azionisti e miseria per i lavoratori.