Stellantis, allarme sindacati sulla gigafactory. Forbici di Tavares sui costi

Le parole del Ceo sullo stabilimento di Termoli per le batterie elettriche e sugli alti costi organizzativi delle fabbriche italiane allarma i sindacati

Economia
Condividi su:

Ecco come Tavares taglierà i costi in Italia

Non è certo un compleanno sereno per le tute blu di Stellantis. Il quarto gruppo mondiale automobilistico nato dalla fusione fra l’ex Fiat-Chrysler e Peugeot ha festeggiato il suo primo anno di vita. Però le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato Carlo Tavares al Corriere della Sera e ad altri tre quotidiani europei hanno provocato qualche brivido ai lavoratori italiani del gruppo. Soprattutto se si considera il fatto che siamo a poco meno di due mesi e mezzo dal varo del primo piano industriale (1° marzo) della storia della casa automobilistica, in cui il top manager metterà nero su bianco le proprie strategie. Il primo brivido è arrivato con il fatto che la costruzione in Italia, a Termoli della terza gigafactory di Stellantis annunciata in pompa magna quest’estate per illustrare la strategia di elettrificazione del gruppo (nel corso dell'evento StellantisEVDay202) non è ancora sicura.

Non erano state definite modalità e tempistiche ma la notizia era stata ufficializzata senza remore e immediatamente letta come un investimento sull'Italia. Al momento, non c’è niente di deciso definitivamente. E nemmeno la visita in Italia nei due stabilimenti italiani di questi giorni fra cui Termoli ha tranquillizzato le sigle. Nei giorni scorsi le dichiarazioni del viceministro forzista dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin avevano alzato il velo su una interlocuzione ancora in corso con l’esecutivo Draghi. Parole che non erano sfuggite ai sindacati. Oggi il top-manager portoghese ha confermato che le discussioni non procedono certo fluide visto che fra poche settimane Stellantis annuncerà il business plan in cui dev’esser messo nero su bianco il luogo dove far sorgere il terzo stabilimento per la costruzione delle batterie elettriche.

“Per ora, di deciso c’è una gigafactory in Francia, un’altra in Germania e stiamo negoziando con il governo italiano, su Termoli, ma non abbiamo ancora concluso”, ha spiegato Tavares. Il secondo è la cura dei costi che gli stabilimenti italiani si preparano a subire, soprattutto (al di là di quelli energetici, vecchio problema italico) dal punto di vista organizzativo. Cura dimagrante che Fiom, Fim e Uilm temono possa essere estesa anche a quello del lavoro. Già a giugno dello scorso anno, in visita a Mirafiori, Tavares aveva gelato le organizzazioni sindacali, spiegando che  i costi di produzione negli impianti del nostro Paese sono significativamente più alti per unità assemblata, a volte il doppio, rispetto alle fabbriche di altri Stati europei, nonostante un costo del lavoro più basso.

Il capo di Stellantis oggi lo ha ribadito, sottolineando come “questo ha a che fare con l’organizzazione della produzione, che va migliorata”. “Se applichiamo all’Italia - ha aggiunto - le buone pratiche che esistono nel nostro gruppo, l’Italia stessa avrà un buon potenziale”. Cosa significa questo per i siti produttivi del nostro Paese? Al di là degli interventi sul costo della bolletta, gli addetti ai lavori spiegano che i modi per intervenire su questa voce vanno dalla saturazione dei tempi di lavoro, diminuendo i tempi per le attività (svolgendole in maniera più veloce) degli addetti sulla catena di montaggio alla internalizzazione di alcune fasi della produzione date in appalto o della logistica e dal taglio alle spese su mense, pulizia fino ad altri interventi sull’organizzazione generale dello stabilimento. Oltre ad aver già chiuso uno stabilimento nel Polo torinese, quello di Grugliasco traferendo tutte le tute blu di quella fabbrica a Mirafiori, Tavares ha già cominciato a lavorare su questo fronte tagliando le spese. I sindacati temono che con il nuovo piano industriale l’intervento si faccia più pesante.

All’orizzonte, poi c’è la battaglia industriale della transizione energetica al 2030 e quella rivolta a limitare l’impatto dei costi supplementari del 50% dell’auto elettrica. Sfide ha sottolineato il capo di Stellantis imposte politicamente dall’Europa. E’ ancora valida la sua promessa di non chiudere impianti in Europa? Riguarda anche la vendita di siti? E qui il Ceo ha messo le mani avanti per la prima volta. “Chiudere significa mettere un lucchetto e mandare tutti a casa. Non l’abbiamo fatto. E se posso evitarlo, lo eviterò. Di solito mantengo le promesse, ma dobbiamo anche restare competitivi. Il futuro dei nostri siti dipenderà anche dai vincoli politici sulla decarbonizzazione in Europa e dalle sue conseguenze”, ha spiegato. "La visita di Tavares a Termoli è un segnale di attenzione importante, che speriamo possa essere presto seguito dalla definitiva conferma della costruzione della Gigafactory", afferma Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Francesco Guida, segretario della Uilm di Termoli, commentano l'arrivo dell'amministratore delegato di Stellantis nella fabbrica molisana.

"E' importantissimo - argomentano Ficco e Guida - che Stellantis e Governo arrivino presto a siglare l'accordo per la costruzione dello stabilimento di batterie a Termoli. Deve essere chiaro, infatti, che la Gigafactory non rappresenta solo la naturale occasione di riconversione della fabbrica di motori molisana, ma un anello fondamentale per l'intera catena del valore italiana". "Abbiamo apprezzato - proseguono Ficco e Guida - che come di consueto Tavares abbia incontrato le rappresentanze sindacali. Vogliamo pero' approfondire tutti i temi da lui posti, a iniziare da quelli piu' delicati dei costi a cui piu' volte ha fatto cenno. Come sindacato siamo difatti i primi interessati alla competitivita' delle fabbriche italiane e pensiamo che la produttività possa e debba essere perseguita nel rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro". Sul tema e' intervenuta al termine dell'incontro anche la Fiom-Cgil.

"L'incertezza sul futuro occupazionale e produttivo dello stabilimento si colloca in un clima piu' generale di preoccupazione per tutti i siti, anche in virtu' dell'intervista rilasciata dallo stesso a.d. sulle prospettive degli stabilimenti in Italia. Preoccupano, inoltre, il silenzio e la scelta del Governo di non aprire alcuna interlocuzione sindacale e di non intervenire a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore automotive, che nel territorio di Termoli e piu' in generale nel nostro Paese e' parte fondante dell'economia e dell'occupazione", dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale Stellantis per la Fiom-Cgil, Alfredo Fegatelli, segretario generale Fiom Abruzzo-Molise e Giuseppe Tarantino, segretario territoriale Fiom Molise.