Stellantis, dagli Usa a Parigi: vendite giù. Il titolo sconta il calo in Borsa
Stellantis ha subito una contrazione delle vendite in Francia del 31,7%. A trainare il calo, le negative performance dei marchi Citroën, DS e Fiat
Stellantis, i dati sulle vendite in Francia innescano nuove preoccupazioni per il Gruppo di Elkann
John Elkann e Carlos Tavares non possono più ignorare l'emergenza che sta travolgendo Stellantis. No perchè la crisi non è solo un problema di vendite deludenti oltreoceano, ma di una situazione preoccupante che si sta consumando proprio sotto il loro naso. Oggi, 2 settembre, il titolo del gruppo a Piazza Affari è crollato di oltre il 2%. Il motivo di questo tracollo? I disastrosi dati sulle immatricolazioni di agosto in Francia che accendono un campanello d'allarme anche per quelle del mercato italiano.
Ad agosto, Stellantis ha subito un crollo delle vendite in Francia del 31,7%. Una performance nettamente inferiore rispetto al mercato complessivo, che ha comunque subito una contrazione del 24,3%. Nel dettaglio, secondo Milano Finanza, Stellantis ha venduto in totale solo 22.600 auto, un risultato particolarmente deludente se pensiamo a un contesto di mercato già debole. Di conseguenza, la quota di mercato del Gruppo in Francia è scesa al 26,3%, perdendo 2,9 punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
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A trainare questo crollo sono state le perdite accentuate dai marchi Citroën, DS e Fiat, che hanno registrato le contrazioni più forti. Citroën ha visto un calo del 45,1%, DS del 44,5%, e Fiat del 44,8%. Anche altri marchi sotto l’egida di Stellantis hanno fatto non poca fatica: Peugeot ha visto una flessione del 25,4%, Opel del 20,8%, e Alfa Romeo del 35,6%. L’unico marchio a contrastare il trend negativo è stato Jeep, con un incremento delle vendite del 39,3%, raggiungendo le 755 unità vendute.
In risposta alla debolezza del mercato e alla stagnazione della domanda di veicoli elettrici, Stellantis ha cercato di rafforzare la propria offerta ampliando la gamma di modelli ibridi. Ma neanche questo tentativo è riuscito a invertire la tendenza negativa, che posiziona il Gruppo di Elkann anche su un gradino più basso rispetto la sua rivale francese, Renault, che ha invece subito una flessione del 22,5%.