Stellantis, ultimatum al governo Meloni: "Gas scontato o lasciamo l'Italia"
La nuova multinazionale non è più la vecchia Fiat. Nel nostro Paese le macchine vengono prodotte sempre meno, più convenienti Polonia e Turchia
Stellantis, produzioni di auto in Italia sempre più a rischio. Il caso Mirafiori
Stellantis non è la Fiat. L'ex premier Romano Prodi lo ha scritto più volte: l'Italia è la provincia, e come tale viene trattata. Del resto, questa cruda verità emerge dai numeri. A fronte di 6 milioni di veicoli prodotti da Stellantis nel 2022, solo una porzione modesta è stata realizzata nel nostro Paese, perlopiù auto di nicchia, contro le assai più ricche produzioni di Polonia, Turchia e Spagna. La multinazionale, con il portafoglio in Francia e la testa in Olanda, - si legge su Il Giornale - quando pensa all'Italia vede problemi. Non conviene produrre qui. Carlos Tavares, di mestiere amministratore delegato, lo dice in faccia a tutti a Torino: "Mi piacerebbe produrre più 500 a Mirafiori, ma i costruttori cinesi hanno un vantaggio competitivo del 30 per cento". Cosa chiedono i grandi colossi quando ti fanno il "favore" di produrre qualcosa da te? Ti snocciolano condizioni ineluttabili. È il mercato, bellezza. È quello che hanno fatto Tavares e John Elkann a luglio.
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Sono andati insieme - prosegue Il Giornale - a parlare con il governo italiano. Si sono presentati con un piano di massima, scritto proprio da Stellantis, su come sostenere l’industria automobilistica italiana e magari pure l’indotto. La risposta è stata più o meno questa: non siamo la buca delle lettere. Non è solo un problema però di buone maniere. È che i modelli dai grandi numeri, le cosiddette utilitarie, Stellantis li produce in Francia, Polonia, Serbia, Marocco e qui da noi resta la Panda di Pomigliano d’Arco, ma la nuova uscirà dagli stabilimenti di Kragujevac (lo stesso della 500L) in Serbia. Stellantis si aspetta molto e chiede altrettanto. "Se si vuole migliorare la produttività - dice Tavares - bisogna rimuovere gli ostacoli lungo la strada". È così che mette sul tavolo tre condizioni. Il perno centrale è appunto quello dell’energia. Ci sono già rimborsi e incentivi, ma bisogna fare molto di più, una sorta di ulteriore statuto speciale per chi vede il mondo su quattro ruote. La richiesta suona più o meno così: "Gas scontato o andiamo via".