Stop motori termici, vergogna Ue: la Cina distruggerà il mercato dell'auto europeo
Forchielli: "Stop ai motori termici entro il 2035 una follia. Ursula von der Leyen deve vergognarsi"
Auto elettriche, con lo stop ai motori termici dell'Ue la Cina ucciderà il nostro mercato. L'intervista a Forchielli, imprenditore ed esperto di affari internazionali
Era il 2019, appena prima dello scoppio della pandemia, quando Xi Jinping mise piede in Europa per l’ultima volta. E, domenica 5 maggio, il presidente della Cina ha fatto il suo ritorno. Nel tour di Xi ci sono tre tappe: Francia, dove è stato accolto con il tappeto rosso dal presidente Macron (visibilmente sempre più desideroso di finire tra le grazie del Dragone) e successivamente Serbia e Ungheria.
Restano, però, di difficile comprensione i motivi che si nascondono dietro tale viaggio. Così, per provare a fare chiarezza su uno degli eventi geopolitici più importanti degli ultimi mesi, Affaritaliani.it ha interpellato Alberto Forchielli, imprenditore e tra i massimi esperti di affari internazionali con particolare attenzione verso Cina, Stati Uniti e Germania.
Con quali obiettivi Xi Jinping è tornato in Europa?
Nonostante ci siano, indubbiamente, diverse altre sfaccettature, il presidente cinese ha un solo obiettivo. E si tratta di una partita di potere. Xi Jinping è tornato nel Vecchio Continente e, in particolare, in Francia, per portare l’Europa dalla sua parte e farla allontanare, così, dagli Stati Uniti.
Xi Jinping andrà in Francia, Serbia e Ungheria. Perché ha deciso di snobbare l’Italia?
Semplice, non ritiene che possa ottenere qualcosa di buono. Nell'ottica di creare un "fosso" tra Europa e Stati Uniti, Meloni non ha mostrato segni di “cedimento”, prestandosi a discorsi anti-Usa. Inoltre, ha ricevuto proprio dal suo governo un bel due di picche sulla Via della Seta…
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Invece, il premier ungherese e quello serbo, Victor Orbàn e Miloš Vučević, hanno dimostrato di essere disposti ad abbracciare la Cina senza grandi patemi. Quest’ultimo sarebbe vicino all’ingresso del proprio Paese nell’Unione Europea cosa che, a mio parere, se andasse in porto, sarebbe una cazzata gigantesca.
E Macron?
Il presidente della Repubblica francese ha già dimostrato più volte di voler compiacere la Cina. E lo ha fatto con dichiarazioni contro il Patto Atlantico. Sì, perché in primo luogo, l’estate scorsa, si è opposto all’apertura di un ufficio Nato a Tokyo, parte indubbia di un piano atto alla limitazione di Pechino. Poi, si è lanciato in dichiarazioni del tipo “stiamo vivendo la morte cerebrale della Nato” e “l’Ue deve fregarsene se la Cina vuole conquistare Taiwan, non abbiamo interessi”.
Contestualmente all’arrivo di Xi in Europa, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha parlato dell’importanza dei dazi sulle auto elettriche cinesi in modo da impedire la “distruzione dell’industria dell’auto europea”
Prima di parlare di “distruzione”, chi dirige l’Europa dovrebbe fare pubblica ammenda e togliere il prima possibile lo stop ai motori termici entro il 2035. Una legge tanto distruttiva per il settore quanto la competizione cinese.
Ursula von der Leyen deve vergognarsi, è un’incapace. L’Ue è stata in grado di realizzare un piano completamente senza senso: prima uccide l’industria favorendo le auto elettriche (quasi tutte prodotte dalla Cina) con lo stop ai motori a carbone, poi parla della necessità di mettere i dazi e infine, come se non bastasse, cerca di portare la produzione delle elettriche cinesi proprio da noi, in Europa.
In questo momento la Cina, grazie a favorevoli politiche interne, può contare su una sovrapproduzione di automobili elettriche nettamente meno costose di quelle europee. La competitività è alle stelle, entro pochi anni i produttori e padroni del settore saranno i cinesi, non più tedeschi, italiani o francesi. Quelle europee sono politiche folli, siamo un continente di imbecilli. Essenzialmente, in questo modo, vogliono farci diventare schiavi dei produttori cinesi.
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Un danno enorme per l’intera economia del Vecchio Continente…
Senza contare, poi, le ripercussioni politiche!
In che senso?
Se l’automotive elettrico cinese dovesse stabilirsi con solidità in Europa, è logico che gli investitori cinesi avranno maggiore possibilità di puntare sulla pubblicità nel nostro continente. Ci troveremo inserzioni su giornali e spot televisivi che appoggeranno i loro ideali politici, per definizione lontani da quelli occidentali.
Che cosa consiglia, dunque?
Dovremmo sì mettere i dazi alle auto elettriche cinesi. Ma non al 10%, bensì al 200%. Non solo. Dovremmo garantire la produzione di motori termici per altri 150 anni, altro che stop. Questa Unione Europea non ha capito nulla della Cina, siamo un continente di incapaci.