Supremazia e arroganza: perché l'uomo è sempre in guerra
Quando si placheranno le mire di potere?
SUPREMAZIA E ARROGANZA
Che l'uomo sia arrogante è risaputo. Ma l'uomo non è solo questo, è capace di eccellere nelle arti, nelle professioni, inventa “cose” per il quotidiano ed il futuro, esplora continenti sconosciuti e guarda con gli occhi indirizzati verso lo spazio sconfinato, però ha un grande difetto oltre all'arroganza è “posseduto” dal senso della SUPREMAZIA (superiorità, predominio assoluto).
Da quando l'uomo è comparso sulla terra è sempre stato in conflitto con sé stesso e con altri “popoli”, per i più disparati motivi: vuoi per la presenza nel territorio di non appartenenti al proprio clan oppure per l'aspetto o peggio ancora per la conquista del territorio.
Ancora oggi non sappiamo quanto sia “vecchia” la presenza dell'uomo sulla terra, forse la sua presenza risale fra i 250.000 ed i 500.000 anni fa, ma non ha dimostrato di possedere un imprinting indelebile, non quello del biologo austriaco Konrad Lorenz, ma di quello del buon senso e come al solito adora due dei: Marte, per il potere, e il dio Denaro, perché corrompe, e tutto questo solo per appagare il desiderio della supremazia.
A quanto ci è dato sapere lunghi periodi di pace non ne abbiamo mai goduti né quando eravamo poche migliaia e nemmeno ora che siamo circa 7,6 miliardi di persone, con la previsione di arrivare a 10 miliardi nel 2050. Oggi siamo forse arrivati dal dunque? Ecco una cartina interessante:
Possiamo dire interessante, ma non esaustiva, perché ogni giorno si accendono nuovi focolai ergo per tornare alla domanda (siamo arrivati al dunque?) è giunto il momento per una riflessione. Quando si placheranno le mire di potere?
Perché tanta supremazia? Quando basta? Non so se la risposta la possiamo dare noi comuni cittadini, gli psicologi o gli psichiatri, ma a distanza di 500.000 anni una risposta ancora oggi non l'abbiamo. Chiudo con un proverbio latino, che però lascia l'amaro in bocca: Ius rationis ubi saeva potentia regnat – Dove regna la forza non esistono ragioni.