Talamone esulta: "Rinnovate le concessioni per il porto". Ma il Comune di Orbetello deve ancora firmare la proroga
La questione di Talamone - da alcuni giorni al vaglio del Parlamento - non è affatto definita, specie se la si guarda col diaframma giuridico
Talamone, il Comune di Orbetello deve ancora firmare la proroga per il rinnovo delle concessioni per il porto
«Il Comune assicura che verranno confermate tutte le concessioni fino a fine 2027». Le concessioni in questione sono quelle dell’amministrazione comunale di Orbetello per quanto riguarda i pontili di Talamone. La rassicurazione è arrivata ieri mattina da parte dell’ammiraglio Sergio Biraghi, presidente del Consorzio il Molo di Talamone.
L’hanno ricevuta tutti i soggetti, imprese private e associazioni sportive dilettantistiche, che aderiscono alla società consortile, quella che, pur rappresentando l’80% degli attuali titolari delle licenze, è clamorosamente esclusa dal progetto volto alla trasformazione dell’approdo talamonese in porto turistico (lo abbiamo raccontato da ultimo qui https://www.affaritaliani.it/economia/porto-di-talamone-il-comune-di-orbetello-costretto-al-dialogo-venerdi-un-incontro-pubblico-936659.html).
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Venerdì scorso l’assessore di Orbetello, Luca Teglia, alla luce dell’inchiesta targata Affaritaliani, ha incontrato i rappresentanti del Consorzio (alla riunione, però, sono stati ammessi solo il presidente e i vice Luca Lenzi, Riccardo Paolini e Cristiano Vadi, mentre sono stati inspiegabilmente lasciati fuori dalla porta altri sette imprenditori). Ed è in quella sede che l’esponente della giunta guidata dal sindaco Andrea Casamenti avrebbe, a parole, rassicurato la controparte. Alla base della promessa squadernata da Teglia c’è il decreto balneari approvato dal governo di Giorgia Meloni, col quale le “licenze” marittime, sia per gli stabilimenti sia per i porticcioli, sono state prorogate fino al 30 settembre 2027.
Tuttavia, la stessa norma lascia spazio ad assegnazioni immediate – di fatto beffando la proroga – per le amministrazioni comunali che hanno avviato gare e procedure prima dell’entrata in vigore del provvedimento d’urgenza di Palazzo Chigi. È proprio il caso di Orbetello che con il blitz di Ferragosto ha messo su una corsia preferenziale la Società Porto Turistico di Talamone, che rappresenta, però, solo il 20% degli attuali titolari delle concessioni, e che potrebbe dare il via a una speculazione selvaggia sui 600 posti barca esistenti, già paventata dai residenti.
La questione di Talamone - da alcuni giorni al vaglio del Parlamento - non è affatto definita, specie se la si guarda col diaframma giuridico. È, infatti, indispensabile una formalizzazione da parte dell’amministrazione orbetellana sul rinvio delle licenze, come in effetti ha chiesto, già venerdì pomeriggio, subito dopo il vertice al Comune, l’agguerrito Comitato di Talamone sostenuto dall’associazione nazionale di pmi, Unimpresa. Come dire che una cosa sono le promesse a voce, ben altro discorso gli atti amministrativi. La serenità di Biraghi pare dunque scontrarsi col dettato normativo e col fatto che la giunta Casamenti non ha ancora messo per iscritto quanto promesso verbalmente. Allo stato, insomma, siamo nella dimensione virtuale, una illusione ottica.
Quella di ieri mattina, comunque, è la prima comunicazione ufficiale del vertice del Consorzio. Una manifestazione di esistenza particolarmente attesa dalla cittadina della Maremma, anche alla luce del ruolo ricoperto dall’ammiraglio nella gestione della darsena, poiché da un mese sono sempre mancate informazioni ufficiali. Ecco perché la lettera di Biraghi è stata oggetto di vivo dibattito, per tutta la domenica, fra i residenti e i villeggianti, i bar del paese trasformati in conciliaboli e adunanze improvvisate, col testo del Consorzio (per buona parte dedicato a ripercorrere fatti noti) passato ai raggi X e oggetto di interpretazioni di varia natura.
L’ammiraglio sostiene, nella missiva finita sotto i riflettori di tutta Talamone, che la mossa del Comune sul promesso rinvio triennale delle concessioni sarebbe arrivata «proprio grazie anche al progetto Porto». Per la verità, senza la discussa iniziativa sulla trasformazione della darsena talamonese, il rinvio triennale, considerando la norma del governo, sarebbe stato automatico. Che il progetto rappresenti un serio problema per il futuro del gioiello della Maremma, peraltro, lo ammette lo stesso Biraghi quando scrive che il Consorzio il Molo di Talamone - mentre starebbe studiando, nonostante i «tempi stretti», la possibilità di partecipare alla selezione comunale con un progetto alternativo - sta ancora valutando «possibili azioni legali da predisporre a tutela dei nostri diritti».
Azioni fondamentali e improcrastinabili, perché il calendario scorre inesorabile e le scadenze si avvicinano. La battaglia nella cittadina che ospitò Giuseppe Garibaldi non può essere archiviata come un bluff militare. Con la diplomazia della minaccia non si vincono le guerre.