Tassa globale minima al 15% dal 2023. Ma Irlanda e Ungheria non firmano

Economia
Condividi su:

Storico accordo in sede Ocse tra 130 Paesi per una tassa minima globale da applicare alle multinazionali. Lo ha annunciato in una nota l'Organizzazione spiegando quando l'accordo sarà operativo l'aliquota minima del 15% almeno da applicare a colossi quali Google, Amazon, Facebook e Apple porterà nelle casse degli Stati almeno 150 miliardi di dollari in più l'anno.

"Il quadro aggiorna elementi chiave di un sistema fiscale globale centenario, non più adeguato ai suoi scopi in un'economia globalizzata e digitalizzata", si legge in una nota. L'accordo formale segue l'endorsement del G7 a inizio mese. Il negoziato si sposta ora al G20 finanziario di Venezia il 9 e 10 luglio. All'accordo manca la firma di nove paesi dei 139 che hanno partecipato al negoziato, tra i quali Irlanda e Ungheria. La deadline per la finalizzazione degli aspetti tecnici dell'intesa è il prossimo ottobre, per una entrata in vigore nel 2023.

Il nuovo quadro aggiorna, sottolinea l'Ocse, elementi chiave di un sistema internazionale di tassazione vecchio di un secolo, che non è più adeguato nell'attuale quadro di economia globalizzata e digitalizzata. La soluzione a due pilastri, spiega l'Organizzazione, è frutto di negoziati nell'ultimo decennio coordinati dall'organizzazione e mira a garantire che le grandi imprese multinazionali (Mne) paghino le tasse dove operano e generano benefici, rafforzando nel contempo la certezza del diritto e la stabilita' del sistema fiscale internazionale.

Il primo pilastro, prosegue l'Ocse, garantirà una distribuzione più equa dei profitti e dei diritti di tassazione tra i paesi per le grandi multinazionali, comprese quelle digitali. Ridistribuirà parte dei diritti di tassazione sulle multinazionali dai loro paesi di origine ai paesi di mercato in cui operano e realizzano profitti, indipendentemente dal fatto che abbiano una presenza fisica o meno.

Il secondo pilastro mira a fornire un quadro per la concorrenza fiscale nelle imposte sul reddito delle società introducendo un'imposta minima globale che i Paesi possono imporre per proteggere la propria base imponibile. Questo sarà di grande aiuto agli Stati per mobilitare le entrate fiscali necessarie a ripristinare i loro bilanci e le finanze pubbliche, investendo in servizi pubblici essenziali, infrastrutture e misure necessarie per una ripresa post-Covid.

Nel primo pilastro, i diritti fiscali su oltre 100 miliardi di dollari di profitti dovrebbero essere riallocati tra le giurisdizioni ogni anno. La tassa minima sotto il secondo pilastro di almeno il 15% si stima che generi circa 150 miliardi di dollari aggiuntivi. Altri vantaggi deriveranno da questa riforma, sottolinea l'OCSE, in particolare con la stabilizzazione del sistema fiscale internazionale e una maggiore certezza del diritto per i contribuenti e per le amministrazioni fiscali.