Tassi d'interesse, dopo la Fed tocca anche alla Bce. L'esperto: "Taglierà altri 50 punti base, ecco quando"

Il maxi taglio dei tassi Usa segna un cambio decisivo non solo per l'economia a stelle e strisce, ma anche per l'Europa. Il commento di Michele Sansone, country manager di iBanFirst

di Rosa Nasti
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La Fed taglia di mezzo punto, pressing sulla Bce: "L'economia europea in pessime condizioni"

"Il calo dei tassi negli Stati Uniti, unito alla sovra performance strutturale del mercato azionario americano, determina un ulteriore spostamento del flusso di capitali dal mercato azionario europeo a quello statunitense". Così Michele Sansone, country manager di iBanFirst Italia commenta la scelta della Fed di colpire duro e tagliare di 50 punti base. Una decisione che era già nell'aria e che ha trovato il consenso di molti.

Ora però la Bce, pur giocando d'anticipo con due tagli nell'ultimo anno, si troverà a dover guardare di nuovo a cosa fanno oltreoceano. Questo perché le ripercussioni della maxi sforbiciata della Fed non toccheranno solo l'economia statunitense, ma anche la Bce, i mercati emergenti e i portafogli degli investitori.

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Ma come hanno reagito i mercati europei alla notizia del taglio dagli Usa? Positivamente, per ora. Sì perché secondo Sansone, "non è una notizia positiva per i titoli europei nel lungo periodo, poiché si tradurrà in una minore liquidità del mercato e in una potenziale maggiore volatilità". Nonostante i due tagli recenti della banca centrale europea, il Vecchio Continente resta ancora fortemente dipendente dal "motore" tedesco, che è in piena crisi economica, il che significa che l'impatto sarà avvertito da tutti, anche se in modo diverso. E la Bce? Anche lei dovrà affrontare le conseguenze di queste dinamiche.

"Con il taglio dei tassi da parte della Fed, anche la BCE non ha altra scelta se non quella di operare un taglio ad ottobre. Ma è probabile che aumentino le pressioni sulla Bce affinché tagli i tassi di 50 bp invece che di 25 bp, dato che l'economia europea è in pessime condizioni, con dati negativi pubblicati quasi quotidianamente, soprattutto in Germania," conclude Sasone.