Televisione, slitta al 15 ottobre lo "switch-off" del nuovo digitale terrestre

Lo switch-off del nuovo digitale terrestre, è stato postato al 15 ottobre. La causa è stata identificata nella lentezza del ricambio delle tv nuove e decoder

Economia
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Digitale terrestre, cambio Tv: è stato spostato a causa della lentezza nella sostituzione dei dispositivi lo "switch-off" del nuovo digitale terrestre

È stato posticipato al 15 ottobre lo “switch-off” del passaggio dallo standard di trasmissione Mpeg2 al più evoluto Mpeg4, previsto per il 1° settembre. Il cambio poi dal Dvb-T al Dvb-T2, emblema della tv digitale terrestre di nuova generazione, slitta dal 30 giugno 2022 a un periodo “a partire dal 1° gennaio 2023”. Come riporta il Sole24Ore, occorrerà, dunque, più tempo, soprattutto considerando la lentezza con cui sta procedendo il ricambio di televisori e decoder di nuova generazione per continuare a vedere i programmi. Le modifiche alla “roadmap”, che è stata definita nel 2019, sono state discusse in un incontro tra il Ministro dello Sviluppo economico (Mise) Giancarlo Giorgetti, la sottosegretaria Anna Ascani e le Associazioni del mondo della Tv e dei rivenditori.

 

Il 1° settembre, dunque, non ci sarà più il passaggio intermedio dalla codifica Dvb-T/Mpeg2 a quella Mpeg4 (che richiede televisori HD o decoder adatti all’alta definizione). Si partirà dal 15 ottobre 2021, gradualmente, iniziando con alcuni canali. La dismissione generalizzata della codifica Mpeg2 sarebbe poi definita con un successivo provvedimento, da emanare entro la fine del 2021. Slitta anche il secondo e definitivo passaggio allo standard Dvb-T2, che richiede una sostituzione molto più estesa di televisori e decoder. Questo non avverrà più dal 30 giugno 2022, ma a partire dal 1° gennaio 2023. Non significa però che verrà ritardato il trasferimento delle frequenze dagli operatori tv ai gestori telefonici che si sono aggiudicati risorse di banda con l’asta 5G. Si tratta del cosiddetto «refarming», per il quale esiste una tagliola europea inderogabile fissata al 30 giugno 2022.

Ma come sarà possibile confermare il cambio di frequenze senza il contestuale “switch-off” del vecchio Dvb-T? Tecnicamente i broadcaster dovranno trasmettere con il vecchio Dvb-T in codifica Mpeg4, ma con meno risorse frequenziali a disposizione. Per farlo non ci sono grandi alternative: possono spegnere dei canali “secondari” o accettare di diminuire la qualità dell’immagine a fronte dell’aumento della compressione in Mpeg4. Le emittenti locali a loro volta dovranno “stringersi”, in quanto sono destinate a un unico multiplex che, restando nel vecchio standard Dvb-T, significa meno banda a disposizione. Tornando al “refarming”, rimane confermata la data finale del 30 giugno 2022, ma cambia la roadmap nazionale suddivisa in quattro aree geografiche. Si parte il 15 novembre 2021 in Sardegna, poi tra il 3 gennaio 2022 e il 15 marzo 2022 toccherà a Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia di Trento, provincia di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna. Tra il 1 marzo 2022 e il 15 maggio 2022 a Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche e, infine, tra il 1 maggio e il 30 giugno 2022 a Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania.

Come detto, sul rinvio, almeno a giudicare dal documento presentato dal Ministero, ha inciso in modo determinante il ritmo lento di sostituzione di televisori. Dal 2019, data in cui si è definito il calendario per il refarming, sono stati accumulati notevoli ritardi e la prima campagna di incentivazione al ricambio dei televisori varata dal precedente governo, con vincoli basati sull'Isee, non ha prodotto i risultati sperati. Recentemente, il Ministero dello Sviluppo guidato da Giorgetti ha lanciato il decreto per i bonus rottamazione fino a 100 euro, senza vincoli Isee, in attuazione della legge di bilancio 2021, ma considerando i tempi della Corte dei conti e della Gazzetta Ufficiale i contributi partiranno, si prevede, nel corso del mese di agosto.

Ora, si conta di dare una sterzata anche con la nuova campagna di comunicazione diffusa tra gli utenti. Dal Ministero si osserva che sono stati “ereditati un quadro regolatorio e impegni molto stringenti con alcune scadenze inderogabili”. Viene migliorata la roadmap, e la posizione del governo, “così da garantire insieme la continuità del servizio ai cittadini, quella aziendale e i livelli occupazionali. Abbiamo preso atto delle criticità evidenziate rispetto alla roadmap dalla quasi totalità degli stakeholder e lavorato alla migliore e più equilibrata delle soluzioni possibili. Diamo atto al Governo, Ministro e Sottosegretario di aver compreso la delicatezza della situazione e di aver individuato percorsi più equilibrati. Si è scelta la concretezza e si sceglie di fare uno sforzo per tenere insieme il sistema avendo consapevolezza che ciascuno continuerà a fare la propria parte”, commenta Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni. Critica la posizione di Aeranti Corallo per bocca del coordinatore Marco Rossignoli, secondo cui servirebbe «una transizione contestuale al Dvbt-2/HevcC (senza passaggi intermedi all’Mpeg-4) di tutte le tv nazionali e locali in fase di switch-off tra aprile e giugno 2022”.