Tesla in salita a Wall Street, ma l'incognita dei crediti fiscali per le auto elettriche pesa sul futuro

Le promesse di Trump di imporre pesanti tariffe sulle importazioni cinesi proteggerebbero Tesla dalla concorrenza

di Maddalena Camera
Economia

Tesla sale a Wall Street anche se Trump toglierà i crediti fiscali per l'acquisto delle auto elettriche

Tesla sale a Wall Street del 13% in attesa di un incarico premiante per il suo ad e fondatore Elon Musk, ultra sostenitore del neo presidente Donald Trump. Fino a qui nessuna sorpresa  dato che Musk dovrebbe avere un incarico operativo nel governo, e chissà che in cuor suo già accarezzi l'idea di essere il prossimo presidente degli Stati Uniti.

La stessa fortuna non tocca però alle altre società che operano nel settore della mobilità elettrica che segnano il passo in Borsa: Rivian scende dell'8%, Lucid del 3,3%, Nikola dello 0,84% e VinFast dell'1,53%. Ma cosa è successo? In pratica Trump aveva detto che in caso di elezione avrebbe preso in considerazione la possibilità di togliere il credito di imposta pari a 7500 dollari per l'acquisto di veicoli elettrici.

Un fatto negativo per i produttori di  auto elettriche ma che sarebbe un vantaggio a Tesla  grazie al suo sistema produttivo che prevede un'integrazione verticale di tutti i processi e dunque in termini di costi rispetto agli altri produttori. "Nessuno sta  guadagnando con i veicoli elettrici, a parte Tesla, quindi la riduzione o l'eliminazione dei crediti per  quelle auto allargherà il vantaggio competitivo della società di Musk"- ha detto  Garrett Nelson, vicepresidente e analista  di Cfra Research. 

Inoltre, le promesse di Trump di imporre pesanti tariffe sulle importazioni cinesi, in particolare sui veicoli elettrici, proteggerebbero Tesla dalla concorrenza, hanno sottolineato ancora gli analisti. Non è ovviamente ancora chiaro come Musk affronterà i suoi conflitti di interesse nei settori automobilistico, spaziale, sanitario, edile e dell'intelligenza artificiale. 

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Il  ruolo  che Trump potrebbe affidargli, ossia di supervisione della deregolamentazione e del taglio della spesa,  gli darebbe secondo Mamta Valechha, analista  sul fronte dei beni di consumo  presso Quilter Cheviot notevole influenza sulla politica statunitense in materia di intelligenza artificiale, esplorazione spaziale e veicoli elettrici, tutti fattori in cui Musk ha un interesse diretto tramite Tesla e le sue altre società Starlink e SpaceX. Musk potrebbe inoltre cercare di ridurre la supervisione normativa delle sue attività.

È stato infatti molto  critico circa la  revisione federale del suo business sull'esplorazione spaziale SpaceX e vuole accelerare l'approvazione della sua tecnologia per i sistemi a guida autonoma. Da sottolineare che Musk detiene già un potere considerevole grazie al suo ruolo di importante appaltatore  presso il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti anche attraverso il sistema satellitare a banda ultra larga Starlink  e Tesla, oltre alle auto, è anche uno dei principali fornitori di sistemi solari e di batterie.  Donald Trump ha già promesso di voler abolire l'industria eolica offshore e di revocare tutti i fondi non spesi ai sensi dell'Inflation Reduction Act, la legge sul clima firmata da Biden.

Ci sono però alcune contraddizioni: infatti alcuni stati dominati dai repubblicani hanno visto arrivare grandi guadagni da quella legge. E Musk,  proprio con quei fondi,  sta costruendo la sua seconda fabbrica di veicoli elettrici negli Stati Uniti in Texas, stato dove hanno dominato i repubblicani e dove ha votato anche l'istrionico patron di Tesla che è anche secondo la classifica di Forbes, l'uomo più ricco del mondo. 

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