Tim, Cdp Equity, Leonardo e Sogei si aggiudicano la gara per il cloud italiano
Il Dipartimento per la Trasformazione digitale annuncia che i gruppi si sono aggiudicati il progetto del Polo Strategico Nazionale per il cloud
L'aggiudicazione grazie agli elevati livelli di cybersecurity che il consorzio dovrebbe garantire
Non che ci fossero grandi dubbi, ma adesso è arrivata anche l’ufficialità con tanto di nota del Dipartimento per la Trasformazione digitale: Tim, Cdp Equity, Leonardo e Sogei si sono aggiudicate il progetto del Polo Strategico Nazionale per la realizzazione dell’infrastruttura cloud italiana. La gara, lanciata lo scorso 7 settembre, aveva visto l’adesione anche di Almaviva e Aruba – con proposta congiunta – e di Fastweb, in tandem con Engineering in cui, nel frattempo, era anche giunto il nuovo amministratore delegato Maximo Ibarra.
Ma la sensazione è sempre stata che a spuntarla sarebbe stata la Ati composta, appunto, da Tim, Cdp Equity, Leonardo e Sogei. “La proposta – si legge nella nota emessa dal Dipartimento per la trasformazione digitale - soddisfa in particolare i requisiti di completezza dei servizi cloud e di sicurezza dei dati "strategici" e "critici" della PA integrandosi con servizi di assistenza alla migrazione delle Pubbliche Amministrazioni e di formazione del personale della PA. Si prevede che il bando possa essere pubblicato nelle prime settimane del 2022, per poter permettere l`avvio dei lavori entro la seconda metà dell’anno”.
Il motivo della scelta è soprattutto da ritrovarsi negli elevati livelli di cybersecurity che il consorzio dovrebbe garantire. D’altronde, Leonardo poco prima di Natale si è aggiudicata una commessa con l’agenzia spaziale europea che ha per oggetto proprio la sicurezza cibernetica. E l’audizione di Alessandro Profumo qualche giorno fa aveva acceso i riflettori proprio sul tema della cybersecurity come impegno preciso dell’ex-Finmeccanica.
Quella del cloud pubblico è la seconda buona notizia di oggi per Tim. Questo perché FiberCop e Springo hanno annunciato un accordo per sviluppare il mercato dell’accesso FTTH in Veneto. Ma non ci sono solo buone notizie per l’ex-Sip.
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In una giornata positiva per Piazza Affari (+0,8%), infatti, nessuno dei due annunci ha permesso di invertire la tendenza ribassista che ha fatto perdere in un mese circa il 10% del valore delle azioni di Tim. Il 24 novembre, infatti, dopo l’annuncio della presentazione dell’offerta “amichevole” e “non vincolante” di Kkr, le azioni hanno iniziato a flirtare con quota 0,5 euro, ovvero pochi centesimi in meno di quanto messo sul tavolo dal fondo americano (0,505).
Poi però le cose sono andate per le lunghe, il tira e molla sulla posizione di Luigi Gubitosi in cda ha fatto perdere fiducia agli investitori che, progressivamente, hanno abbandonato il titolo. Tra l’altro, lo scorso 14 dicembre Kkr ha annunciato che l’offerta non ha scadenza e che la due diligence non ha tempi certi per essere svolta.
Ovvio però che la situazione non potrà durare per sempre. Il 17 dicembre il consiglio di amministrazione, oltre a prendere atto della conclusione del rapporto con Luigi Gubitosi, con il riconoscimento di circa 6,9 milioni da pagare entro il 3 gennaio prossimo, non ha fatto grandi passi avanti sugli altri dossier. In particolare, rimane da capire chi sarà il futuro amministratore delegato: sarà Pietro Labriola, candidato in pectore di Vivendi e depositario di alcune deleghe strategiche ereditate proprio da Gubitosi?
O ci saranno ulteriori sviluppi visto che, come sembra, potrebbe sedersi al tavolo delle trattative anche il fondo Cvc – come ha scritto Il Sole 24 Ore la viglia di Natale - che ha appena guadagnato 3,4 miliardi (con plusvalenza di oltre 2 miliardi) tra la cessione di Sisal a Flutter Entertainment e quella di Mooney a Enel?