Tim, cessione della rete a Kkr: via libera con Golden Power all'operazione
Sul piatto 20 miliardi che potrebbero diventare 22 con la fusione con Open Fiber
Tim, cessione della rete a Kkr: via libera con Golden Power all'operazione
Tim, nell’ambito delle attività volte al closing dell’operazione di cessione di NetCo e in seguito alla firma del transaction agreement con Optics BidCo (società controllata da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. "KKR"), comunica di "aver ricevuto l’assenso all’esecuzione dell’operazione medesima ai fini della normativa Golden Power".
In una nota si sottolinea come "il provvedimento autorizzativo, con il quale il Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali nella sola forma delle prescrizioni, ha fatto propri gli impegni presentati nel corso del procedimento. Si tratta di impegni ritenuti dal Governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell’operazione".
LEGGI ANCHE: Rete Tim, scendono in campo le fondazioni: via libera al finanziamento per F2i
"Il via libera con prescrizioni da parte del Governo italiano alla vendita della rete Tim al fondo infrastrutturale statunitense Kkr rappresenta un ulteriore e fondamentale step nell’operazione di acquisizione di NetCo (società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim), a tutela dell’interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione. Si prevede un ruolo del Governo nella definizione delle scelte strategiche, vengono assicurati tutti i presidi essenziali e garantita la supervisione allo Stato di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete e dei relativi asset". Lo sottolinea una nota di Palazzo Chigi.
"La delibera del Consiglio dei ministri -prosegue il comunicato- recepisce nelle prescrizioni gli impegni che le parti hanno assunto a cominciare dalla creazione dell’organizzazione di sicurezza, dalla nomina del preposto di cittadinanza italiana, dalla competenza esclusiva su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici, dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione, e dal monitoraggio. Si delinea quindi un quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato. Un passo avanti importante -conclude la nota di Palazzo Chigi- nella definizione complessiva dell’operazione, che procede secondo le tempistiche annunciate".
Tim: Patuanelli, 'governo sta svendendo asset nazionali, cade ennesimo velo'
"Nei piani del Governo c’è una maxi opera di privatizzazioni volta a recuperare decine di miliardi di euro svendendo tutto il vendibile. Oggi è il turno della rete di telecomunicazioni, ceduta al fondo americano Kkr. Ricordo molto bene quando, mentre si stava costruendo il progetto di rete unica sul modello Terna, Giorgia Meloni ci attaccava perché stavamo, secondo lei, svendendo gli asset nazionali. Cosa, ovviamente, non vera. Ora, passati al Governo dopo gli anni tuonanti dell’opposizione nei quali hanno racimolato ogni voto possibile, cade l’ennesimo velo". Così Stefano Patuanelli (M5S), su Facebook.
"La leader di Fratelli d’Italia solo nell’agosto del 2022 diceva: 'Seguire esempio di tutte le grandi democrazie occidentali a garanzia della sicurezza nazionale. Un’infrastruttura strategica non può essere lasciata in mano ai privati, soprattutto se stranieri'. Questo Governo di destra-centro è ormai avviluppato nel tentativo, molto ben riuscito, di smentire tutto ciò che hanno propagandato. Svendita asset nazionale, rimozione di ogni incentivo alle imprese, accettazione di un Patto di Stabilità europeo penalizzante, crescita ormai certificata allo zero virgola".
"È una combinazione micidiale per il Paese, il Governo non gioca ad alcun tavolo internazionale se non in maniera remissiva, accondiscendente, con la sindrome dell’ultimo della classe. Questo è un Governo eterodiretto che non tutela gli interessi nazionali, ormai non c’è più alcun dubbio", conclude.
Tim: Cgil e Slc, servono garanzie e chiarezza su ricadute, Governo ci convochi
“Vogliamo sapere se fra le garanzie degli interessi strategici nazionali ci sono anche quelle sulla tenuta occupazionale”. È l’interrogativo che Cgil e Slc Cgil rivolgono al Governo a fronte del via libera formalizzato stamane da Palazzo Chigi alla cessione della rete di telecomunicazioni del Gruppo Tim al Fondo speculativo americano Kkr. A preoccupare il sindacato non è solo il destino dei dipendenti della Netco, "d’ora in poi nelle mani dello stesso soggetto finanziario che sta chiudendo gli stabilimenti Marelli in Italia e in Europa, ma anche dei 16 mila dipendenti a carico della società di servizi di cui rimarrà proprietaria Tim" sottolinea la nota.
“Si consegna ad un soggetto privato estero il controllo della rete di telecomunicazioni, ignorando del tutto la portata strategica di un asset fondamentale per il Paese”, dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario nazionale Slc Cgil Riccardo Saccone. “Purtroppo – osservano – dobbiamo constatare come tutta questa vicenda continui ad essere avvolta da una coltre di opacità intollerabile. Ma oramai i nodi stanno arrivando al pettine”.
A fine febbraio, infatti, scadranno gli ammortizzatori sociali e allo stesso tempo dovrebbe finalmente essere presentato il piano industriale delle due aziende. “Davvero qualcuno al governo – chiedono critici i due dirigenti sindacali – pensa di poter evitare il confronto con il sindacato sulle ricadute infrastrutturali e, soprattutto, occupazionali di questa operazione?”. Del resto “ad oggi non esiste più lo strumento dei contratti di espansione, la base esodabile in Tim per eventuali uscite in prepensionamento è praticamente esaurita almeno per tutto il 2024 e nessuna risposta abbiamo ricevuto alla richiesta di una partecipazione delle Istituzioni alla dotazione di partenza del neonato Fondo di Solidarietà di settore" dicono i sindacalisti.