Tim, cloud per risollevare i ricavi. Su TimVision c'è anche l'effetto Europeo

di Marco Scotti
Economia
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Da dove iniziare per raccontare gli ultimi giorni di Tim? Prima di tutto dalla conclusione del rapporto con Federico Rigoni, il direttore commerciale che ha lasciato proprio mentre si combatte la più dura delle battaglie: quella con Sky per la trasmissione delle partite e, più in generale, sul futuro della rete in Italia. Andiamo con ordine.

Rigoni era arrivato a febbraio dello scorso anno. Fonti vicine a Tim – raggiunte da Affaritaliani.it - raccontano che qualche perplessità sul suo operato sia stata nutrita almeno nell’ultimo semestre. E questo non perché il manager non abbia saputo svolgere in maniera soddisfacente il suo compito, ma perché i ricavi si sono ridotti continuamente da un decennio a questa parte.

Lo scorso anno, nonostante il ritorno all’utile, le revenues sono scese a 15,8 miliardi. Erano 23,4 nel 2013. Il conto è presto fatto: ogni anno si perde circa un miliardo di ricavi. E forse si sperava che Rigoni potesse portare maggiore spinta alla realizzazione di nuovi risultati.

Ora, in attesa di capire se ci sarà un’ulteriore riorganizzazione dei livelli apicali dell’azienda, a guidare il tentativo di irrobustirsi c’è Stefano Siragusa, uomo non propriamente “gubitosiano” (venne scelto dall’allora amministratore delegato Amos Genish) che però è molto apprezzato all’interno dell’azienda.

Un altro manager molto apprezzato è Nicola Grossi, chief technology&operations officer, il quale dovrà decidere che indirizzo dare all’azienda. Come riporta oggi Repubblica, infatti, sembra acclarato che l’avvento di Dario Scannapieco al vertice di Cassa Depositi e Prestiti si tramuterà in un addio (o almeno, un raffreddamento) alla rete unica. Ecco perché Tim dovrà cercare altri asset e sembra averlo individuato nel cloud, dove la concorrenza è molto fitta (da Microsoft ad Amazon fino a Google). Ma si tratta di un segmento ad altissima redditività.

(Segue: l'andamento del business)

Le previsioni che fonti vicine a Tim hanno rivelato ad Affaritaliani.it sono di un secondo trimestre non particolarmente positivo. Ma c’è da dire che da luglio in poi le cose potrebbero cambiare in maniera significativa, per almeno tre motivi.

Prima di tutto, perché la nuova offerta di calcio sulla piattaforma Tim Vision è gratuita fino al 31 agosto e scontata a 19,99 per un anno dal 1° settembre 2021 al 31 agosto 2022, poi passa a 34,99 euro. Un’offerta con un prezzo estremamente competitivo, se si pensa che l’abbonamento a Dazn costa da solo 29,99 al mese. Gli abbonamenti stanno funzionando bene. La vittoria agli europei dell’Italia ha cementato ulteriormente il rapporto con il calcio. E le richieste stanno salendo in maniera esponenziale.

Nel frattempo, ci sono però due terreni di scontro. Il primo è con Sky che, dopo essersi vista rifiutare l’offerta a Dazn per acquistare i diritti di ritrasmissione di altre partite oltre alle tre che già possiede, è passata al contrattacco sia chiedendo l’intervento dell’Agcm, sia proponendo prezzi competitivi sulla fibra (in tandem con Fastweb) per andare a combattere Tim.

D’altronde, anche Vodafone e la stessa Fastweb si sono levati contro l’esclusiva che Tim ha sui diritti di ritrasmissione. Dalla Vodafone Tv e dal decoder Sky Q è stata eliminata la app di Dazn, che può essere fruita solo da dispositivi esterni. Insomma, tira un’aria pesante anche se – i soliti beninformati – riferiscono che Tim sia molto tranquilla sulla pronuncia dell’Agcm. Non teme che l’esclusiva di cui gode possa essere in qualche modo oggetto di sanzione, anche se la sensazione di chi scrive è che servirà una revisione degli accordi in modo da essere un po’ più inclusivi.

Infine, la bella notizia: il Tar del Lazio ha sospeso le sanzioni da oltre 220 milioni (di cui metà a Tim) comminate alle aziende di telecomunicazioni per la fatturazione a 28 giorni. I giudici amministrativi non hanno rilevato “cartelli” e hanno quindi bloccato l’ammenda.