Tim, Giorgetti: "Governo pronto al golden power. Kkr ora solo manifestazione"
"Nella compagnia asset strategici per cui è indispensabile il controllo pubblico; è il perimetro in cui l’esecutivo valuterà l'opa di Kkr", ha detto il ministro
Appena si manifesterà l’Opa di Kkr su Tim, il Governo si muoverà con il golden power. Nel corso di una informativa alla Camera sulla vicenda, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti alza il velo sui prossimi passi dell’esecutivo su un dossier, su cui come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi, gli occhi sono puntati sui risvolti occupazionali, di protezione della tecnologia e della rete dell’operazione. "All'interno di Tim - ha spiegato il numero uno del Mise - esistono asset di natura strategica per cui è indispensabile il controllo pubblico; è questo il perimetro in cui l’esecutivo valuterà l'offerta di Kkr".
Per ora, ha sottolineato il ministro, da parte di Kkr c’è stata solo "una manifestazione al momento di interesse" che potrebbe anche non arrivara a una "formale opa". Nel caso di opa, comunque, nei limiti e secondo le condizioni previste dalla legge, "il governo eserciterà i propri poteri", nell'ambito cioè del golden power. Kkr - ha proseguito il ministro - dovesse formalizzare il lancio dell'opa si attiverebbe la procedura che consentirà al Governo di interessarsi dell'iniziativa sia rispetto alle autorizzazioni" previste "sia nell'ambito della disciplina del golden power".
L'operazione potrebbe infatti rientrare "nell'ambito della disciplina dei poteri speciali sia con riferimento al settore difesa e sicurezza nazionale sia al settore comunicazioni". Sul golden power, "la disciplina dei poteri speciali" riconosciuti al governo "ha prerogative rilevanti". L'esercizio dei poteri "non è completamente libero, nella normativa ci sono precisi presupposti".
Al momento, comunque, "si tratta di mera manifestazione non vincolante non accompagnata da atti formali, necessari per esprimere la valutazione". Come prevedono le prescrizioni di sicurezza, la procedura si attiverà con l’analisi preventiva del Comitato di monitoraggio di Palazzo Chigi in caso di “qualsiasi variazione e riorganizzazione degli assetti societari e delle loro eventuali controllate, allo scopo di effettuare valutazioni circa la conformità alle prescrizioni formulate”.
Dunque, in caso di offerta concreta che potrebbe portare gli americani a detenere il controllo della compagnia telefonica (Kkr ha subordinato il successo dell’operazione al raggiungimento del 51% del capitale), Chigi si attiverebbe automaticamente perché, oltre alla rete citata da Draghi, fra gli “asset di natura strategica per cui è indispensabile il controllo pubblico” rientrano le società che gestiscono il cloud che custodisce i dati dei privati (Noovle) e quelli della Pa (Tim è in pole, assieme a Cdp, Leonardo e Sogei, per la gara per la costituzione del Polo strategico nazionale), i servizi per la Difesa forniti anche con Sparkle (la società dei cavi sottomarini per le connessioni internazionali) e Telsy (controllata che opera nel campo della sicurezza delle comunicazioni e della cybersecurity).
Come fatto ieri dal presidente in uscita di Open Fiber Franco Bassanini, Giorgetti è tornato sul vecchio progetto di rete unica AccessCo, che coinvolgeva la rete Tim, la controllata FiberCop e Open Fiber. "Oggi ci sono sul mercato due player principali che stanno realizzando infrastrutture di rete in concorrenza tra loro. E in questo contesto si possono valutare eventuali sinergie per accelerare l'infrastrutturazione del Paese in senso digitale", ha spiegato il ministro leghista. Cdp, che possiede il 10% di Tim, si appresta a diventare l'azionista di controllo di Open Fiber con una quota del 60% dopo l'uscita di Enel e l'ingresso del fondo australiano Macquarie.
Tim lo scorso anno ha fatto confluire l'ultimo miglio della sua rete fissa in rame e fibra in una società separata, FiberCop, di cui Kkr ha acquisito il 37,5%. Intanto mentre la compagnia telefonica deve ancora riunire il comitato di controllo e rischi sulla rinegoziazione del contratto con Dazn, quello nomine e remunerazioni per la scelta del nuovo capo del personale e quello per le iniziative strategiche per valutare l’offerta di Kkr partendo dalla scelta degli advisor (si fanno i nomi di Banca Imi, Lazard e Rothschild), in tarda mattinata Giorgetti e il ministro dell'Innovazione tecnologica e transizione digitale Vittorio Colao e la sottosegretaria al Mise Anna Ascani e hanno incontrato i rappresentanti di Uilcom nazionale, Fist Cisl, Ugl Nazionale Tlc e Slc Cgil.
I sindacati chiedono al Governo di scongiurare uno spezzatino per evitare un dramma occupazionale come quello di Alitalia. "Oggi il Governo non può permettersi di non giocare un ruolo attivo nella vicenda Tim. La recrudescenza della conflittualità della governance aziendale e la conseguente offerta di acquisto da parte del Fondo americano Kkr apre degli scenari che, se non opportunamente governati, rischiano di portare al definitivo tracollo di Tim, al suo totale smembramento e, evidentemente, a contraccolpi occupazionali onerosissimi. Un gruppo che occupa oltre 40.000 addetti, in una operazione di spezzatino, inevitabilmente andrebbe a causare migliaia di esuberi che il Paese non puo' permettersi, e che noi con forza intendiamo scongiurare", hanno sottolineato.
I sindacati delle Tlc non sono contrari a logiche di mercato che favoriscano una concorrenza leale sulla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, ma "qualunque scelta va fatta scongiurando drammi occupazionali, e la definitiva uscita dello stato da un settore strategico sia sul piano nazionale che su quello continentale".
Infine, i sindacati bollano come "incomprensibile" il modello Colao sulle reti di Tlc. Oggi il "Memorandum" di agosto 2020 firmato fra Tim e Cdp per la confluenza di Tim ed Open Fiber in un modello aperto al coinvestimento e regolato dal sistema delle authority "è di fatto superato dal modello sponsorizzato dal ministro Colao fatto di "micro bandi" attraverso i quali si regalano soldi pubblici ad operatori privati per la costruzione di porzione di reti di cui i privati rimarranno proprietari. Francamente un modello incomprensibile. Tante piccole reti non fanno una rete primaria nazionale inclusiva e pervasiva di tutte le realta del paese", hanno concluso.
A Piazza Affari, il titolo Tim dopo i cali di inizio settimana e il rimbalzo di ieri ha consolidato il rialzo (+1,14%), viaggiando a quota 0,471 euro. Valore ancora distante dagli 0,505 euro messi sul tavolo da Kkr.