Tim, Labriola: "Serve discontinuità. Mi ispiro a Tony Blair per la leadership"

L'ad, fresco di riconferma: "Positivo che Vivendi si sia astenuto in assemblea. Ora serve discontinuità per cambiare le cose"

di Redazione Economia
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Tim, Labriola: "Con il maxi riassetto 5 miliardi di vantaggi"

Pietro Labriola è stato confermato martedì scorso per altri tre anni alla guida di Tim, decisiva è stata la scelta del principale azionista Vivendi di astenersi in assemblea. Labriola nella sua prima intervista dopo il voto del cda affronta vari temi. "La vendita dell’infrastruttura? A volte - dice l'ad di Tim a Il Messaggero - è necessario cambiare e andare in discontinuità per uscire da uno status quo non più sostenibile. In generale, se guardo al risultato, è positivo che Vivendi si sia astenuto. Lavoreremo per tutti i soci. Il nostro piano affronta gli ostacoli che abbiamo al nostro interno per essere pronti a cogliere le sfide e le opportunità che arrivano dal mercato. In primis, dobbiamo abbattere il debito, portando la struttura finanziaria a livelli di eccellenza, per continuare a investire. Lo faremo attraverso la vendita della rete fissa. Poi, sono necessarie nuove regole per il mercato, uguali per tutti coloro che offrono i servizi finali ai consumatori".

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Labriola poi fa un paragone importante per definire la sua capacità di leadership. "Ricordo sempre - svela Labriola a Il Messaggero - un evento a cui ho partecipato negli scorsi anni a Londra in cui è intervenuto l’ex primo ministro Tony Blair, che aveva fatto un bellissimo discorso sulla leadership nella democrazia: è impossibile poter cambiare idea mille volte per accontentare tutti così come è impensabile ottenere un consenso unanime. Un leader è colui che ha un’idea buona e la porta avanti. In questi anni in Tim stiamo lavorando per ricostruire la credibilità che il gruppo ha eroso e siamo riusciti a ritrovare quella crescita dei ricavi in Italia che non si vedeva da ben 22 trimestri".

L'ad di Tim guarda al futuro con ottimismo, grazie al piano rete e non solo: "Bisogna anche aggiungere - prosegue - i potenziali vantaggi aggiuntivi legati al piano che abbiamo quantificato in quasi 5 miliardi che potrebbero essere in parte destinati a futuri dividendi e ad azioni che accelerino la nostra crescita. Abbiamo previsto con Kkr fino a 3 miliardi di earn-out legati all’operazione, un miliardo dall’eventuale vendita di Sparkle e della quota in Inwit, più un miliardo per la causa in corso per la vicenda del canone del ’98. Insomma, ci sono upside".