Tim, le stoccate di Gubitosi a Open Fiber.Vivendi pensa a vicepresidente forte
Disco verde, da parte del comitato per il golden power all'ingresso del fondo Macquarie in Open Fiber al posto di Enel
Non esattamente un “caldo” benvenuto. Oggi il Comitato per la Golden Power ha dato il via libera all’ingresso di Macquarie nell’azionariato di Open Fiber, concludendo una partita durata molti mesi che vede, alla fine, il nuovo assetto societario con Cdp Equity al 60% e il fondo australiano al 40%.
Il benvenuto è quello che l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, ha voluto dare parlando dei bandi per lo sviluppo della connettività nelle aree bianche: “Abbiamo una storica debolezza dei bandi, quello delle aree bianche lo conoscete bene e continua a permanere situazione insostenibile”, ha detto il numero uno dell’ex-Sip come riporta Radiocor. Il riferimento, neanche troppo velato, è proprio a Open Fiber.
Non solo: Gubitosi ha poi anche gonfiato il petto, rimarcando il ruolo di Tim nello sviluppo dell’infrastruttura di rete nelle zone bianche. E ha chiesto che nelle gare per le zone grigie e nere (quelle a maggiore redditività) non venga tenuto in conto come unico criterio quello del massimo ribasso, ma si guardi anche allo storico dei partecipanti.
Infine, una chiosa su Dazn: dopo aver pianificato un investimento da 300 milioni a stagione per i prossimi tre anni per assicurarsi i diritti di ritrasmissione, oggi Tim deve difendere una mossa che in realtà non riesce ancora a mostrare appieno il suo potenziale. Si fatica a capire quanti siano i reali spettatori. E spesso la piattaforma ha problemi di affidabilità. Eppure, Gubitosi ha voluto rimarcare che l’investimento è buono e che Dazn sta “recuperando” dopo un periodo di assestamento.
Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, però, queste dichiarazioni non sono soltanto di prammatica, ma nascondono anche l’esigenza dell’amministratore delegato di smentire voci circolate nelle scorse settimane che vorrebbero Vivendi pronta a chiedere la “testa” di Gubitosi a fine anno.
Al momento, i francesi smentiscono, ma alcune voci confermano come si stiano avviando alcune discussioni interne per decidere un eventuale ribilanciamento dei poteri. Ad esempio, una voce insistente (anche se non confermata dagli interessati) è che Vivendi starebbe valutando la possibilità di chiedere un vicepresidente con deleghe operative. Al momento fonti vicine a Tim e Vivendi smentiscono qualsiasi tentativo di avvicendamento, ma nessuna certezza è incrollabile.
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I risultati di Gubitosi, d’altronde, sono alterni. Il bilancio di Tim è stato messo in sicurezza e l’indebitamento è sceso in maniera significativa. Ma il mercato non sembra apprezzare gli sforzi del manager e ha penalizzato il titolo che oggi ha chiuso a 0,34 euro. All’arrivo di Gubitosi le azioni valevano 0,53.
Gli azionisti guardano con preoccupazione anche il fatto che siano state scambiate oltre 280milioni di azioni, una cosa mai successa prima. A questo punto, la partita si sposta in consiglio d’amministrazione: che cosa vorranno fare Vivendi e Cdp? Tra l’altro, bisognerà anche capire se l’Europa consentirà a Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp, di proseguire a sedere nel cda di Tim, dal momento che la Cassa è il maggiore azionista di Open Fiber.
Nei giorni scorsi Alessio Butti, responsabile Tlc di FdI, e Carlo Fidanza, Capodelegazione al Parlamento Europeo di Conservatori e riformisti europei (FdI-ECR), hanno inviato una lettera a Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Ue, commissaria alla Concorrenza, per chiedere il suo intervento chiarificatore sul doppio ruolo di Cdp. Come andrà a finire?