Tim, partono le procedure per il rinnovo del board con l'incognita Vivendi
Labriola avrebbe consultato Georgeson e Glass Lewis, mentre Iss solitamente collabora con l'Associazione degli azionisti
Tim, partono le procedure per il rinnovo del board con l'incognita Vivendi
Si sta per avviare il processo di rinnovo della governance di Tim. Date le tensioni tra il consiglio di amministrazione e il fronte Vivendi, è facile immaginare una ripresa delle ostilità dopo l'approvazione, con undici voti favorevoli e tre contrari, della delibera sulla vendita della rete a Kkr. Questo è quanto riportato da Il Messaggero. Durante la riunione del consiglio di giovedì 18, verrà approvato il regolamento per l'approvazione della lista del consiglio di amministrazione.
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Le possibilità che, dopo il 2021, la lista del consiglio possa finalmente vedere la luce sono del 50%. Il presidente Salvatore Rossi, solitamente attivo nell'organizzazione di questa lista, ha dichiarato da tempo di non essere più disponibile per un nuovo mandato, nonostante possa comunque considerare un coinvolgimento di certo grado. D'altro canto, l'amministratore delegato Pietro Labriola si è mostrato favorevole a essere riconfermato e sembra volersi avvalere dei consulenti per la procura. È da notare che la lista del consiglio di amministrazione deve ricevere l'approvazione dei consiglieri indipendenti, che sono nove, esclusi quelli di Assogestioni.
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Labriola avrebbe consultato Georgeson e Glass Lewis, mentre Iss solitamente collabora con l'Associazione degli azionisti. Un punto critico è rappresentato dall'engagement degli azionisti, dal momento che almeno una quota del 30%, composta da Vivendi (23,8%), dal fondo BDL (2,5%) e alcuni fondi affini, che già ad aprile 2023 hanno respinto la politica di remunerazione del top management, si oppone. Di conseguenza, Labriola dovrà cercare sostegno presso la Cdp e tra i numerosi fondi presenti nell'azionariato che appoggiano la gestione attuale e la sua strategia. Sarà un equilibrio delicato. In caso di conflitto tra la lista del consiglio di amministrazione e quella di Vivendi, potrebbe essere Assogestioni a pagarne le conseguenze.