Tinaba, dopo anni di rosso la creatura di Arpe intravede la luce: bilancio '23

L'app lanciata dal banchiere Arpe nel 2015 ha chiuso il 2023 con una perdita di 3,4 milioni di poco inferiore a quella di 4,7 milioni del precedente esercizio

di Andrea Giacobino
Matteo Arpe
Economia

Pagamenti digitali, dopo anni di rosso Tinaba inizia a intravedere la luce: i conti 2023 

Al suo nono anno di vita Tinaba, l’app (acronimo di “This is not a bank”) costituita nel 2015 e lanciata un anno dopo da Sator, il fondo di private equity che fa capo a Matteo Arpe insieme alla sua Banca Profilo, che vuole porsi come nuova frontiera dei pagamenti digitali, avendo segnato decine di milioni di euro di perdite continua a costare carissima ai suoi azionisti, la stessa Sator e il veicolo lussemburghese Arepo Ti oltre alla banca.

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Qualche settimana fa, infatti, a Milano si sono riuniti gli azionisti sotto la presidenza di Arpe per approvare il bilancio del 2023 chiuso con una perdita di 3,4 milioni di poco inferiore a quella di 4,7 milioni del precedente esercizio e che riportata a nuovo ha fatto salire il passivo finora non ripianato a oltre 40 milioni. E proprio i numeri del bilancio fin dall’inizio testimoniano la grande difficoltà per far decollare il progetto di Arpe. Fra il 2015 e il 2016, infatti, Tinaba ha perso 3,2 milioni, passivo più che raddoppiato a 7,7 milioni nel 2017 e che balzano a 9,2 milioni nell’anno successivo. L’ultimo quadriennio si apre con il 2019 in perdita per 6,4 milioni fino ai 6 milioni di rosso del successivo esercizio e al disavanzo di 5,3 milioni del 2021 e ai 4,7 milioni dell’anno successivo. Nel 2023 Tinaba realizzato ricavi progrediti a 7 milioni dai 3,1 milioni dell’anno, acquisendo 27mila nuovi clienti con una giacenza media di 700 euro.

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