Tinaba, l'ennesima ricapitalizzazione per Arpe: la quarta da 30 milioni
Ennesimo aumento di capitale nel giro di pochi anni, la startup fintech italiana lanciata nel 2015 da Sator rischia di non riuscire a sanare più le perdite
Tinaba, quarto aumento di capitale in pochi anni
Ennesima ricapitalizzazione per Tinaba, this is not a bank, la startup fintech italiana lanciata nel 2015 da Sator Private Equity Fund, il fondo a cui fa capo il banchiere e imprenditore Matteo Arpe, che in quattro anni di storia ha cumulato perdite per 32 milioni. L'aumento di capitale, questa volta, è di 30 milioni. A riferirlo è Milano Finanza che sottolinea che la ricapitalizzazione sarà sottoscritta pro-quota dalla lussemburghese Arepo Ti, emanazione del fondo Sator Private Equity, che ha circa il 70%, seguita dalla stessa Sator e da Banca Profilo, controllata da Sator, ciascuno col 15%.
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In particolare, scrive Milano Finanza, "l'aumento di capitale è di nominali 165mila 744 euro con un sovrapprezzo complessivo di oltre 29,8 milioni mediante emissione di 165mila 744 nuove azioni prive di valore nominale ciascuna con un sovrapprezzo di 180 euro" che per ogni titolo "corrisponde a uno sconto sul Terp di circa il 30% rispetto al fair value di 380 euro, in linea con le operazioni similari sul mercato regolamentato".
Insomma, Tinaba, nelle mani di Matteo Arpe che ha chiamato nel board anche Luca e Riccardo Arpe, rispettivamente cugino e figlio di Matteo, se nel 2016 aveva richiesto due anni e mezzo di lavoro e 30 milioni di investimento per essere lanciata, ora, dopo quattro aumenti di capitale, il rischio di non riuscire a recuperare più il capitale investito si fa sempre più concreto.