Tosti (Sara Assicurazioni): "Tariffe ancora basse in confronto all'inflazione"

Intervista al direttore generale della compagnia assicurativa tra rischi geopolitici, intelligenza artificiale e sostenibilità

di Marco Scotti
Alberto Tosti, direttore generale di Sara Assicurazioni
Economia

Tosti (Sara Assicurazioni): "Inflazione al top, dovremo rivedere le tariffe"

Inutile nasconderlo: l’industria assicurativa sta scontando in maniera significativa l’incremento dell’inflazione, per questo servirebbe far aumentare ancora i prezzi delle polizze”. Alberto Tosti, direttore generale di Sara Assicurazioni, spiega in questa intervista ad Affaritaliani.it dinamiche, speranze e difficoltà del settore, un comparto che – per definizione – non può fallire ma che in questo momento vive un momento complicato. Le incertezze si moltiplicano – l’ultima, in termini di tempo, è quella della crisi nel Mar Rosso – e così calcolare le corrette dinamiche di prezzo per le singole polizze.

Tosti, che momento stiamo vivendo?
È difficile dirlo con certezza. Quello che possiamo osservare è che si è rotto un assetto globale d’interazione che ha fatto comodo e che ha funzionato fino a prima della pandemia. Lì si poteva contare su una manodopera a basso costo facilmente raggiungibile in Paesi in via di sviluppo. Poi questo sistema si è rotto e ha prodotto un incremento dei prezzi, oltre a mettere in luce dei limiti per l’Occidente. I Paesi asiatici hanno creato una sorta di asse, che include anche la Russia, che sta facendo emergere la “timidezza” dell’Europa.

Vi preoccupa il Medio Oriente e il fatto che la tensione sia alle stelle in quella zona?
Devo dire che al momento non sta impattando molto sul nostro business. Abbiamo altre preoccupazioni.

Ad esempio?
Sicuramente l’inflazione, impatta moltissimo sull’industria assicurativa, che sconta un ciclo invertito, cioè che i prezzi vengono stabiliti prima dei costi. Nel periodo tra il 2022 e il 2023 l’incremento dei prezzi è stato ben superiore al 3% preventivato e quindi ora ci troviamo molto in ritardo nell’adeguamento di alcuni prodotti, come nel caso delle tariffe Rc Auto. Senza contare gli eventi climatici, in alcuni casi estremi, che si sono verificati nel 2023 che hanno fatto aumentare l’ammontare dei premi, ulteriormente incrementati anche dall’inflazione. I prezzi delle assicurazioni per le auto sono cresciuti del 7% tra il novembre 2022 e il 2023, ma a noi servirebbe farli crescere ancora.

Non una dichiarazione che vi renderà simpatici…
Ma è la verità: c’è bisogno di riformare anche i contratti ma abbiamo il problema degli agenti che si sentono in imbarazzo nell’andare dai clienti e alzare i prezzi. 

Quali altre incognite affronterete?
Non noi direttamente, ma le imprese con cui ci confrontiamo ogni giorno dovranno vedersela con due nuove sfide. La prima è l’intelligenza artificiale, che deve essere compresa, analizzata, utilizzata appieno. Partendo dall’assunto che non può essere impiegata in ogni campo. Altro tema che avrà un impatto forte per le imprese, soprattutto per quelle che hanno necessità di offrire la trasparenza al mercato è quello della sostenibilità. Stanno diventando obbligatori adempimenti che non sono soltanto teorici ma che impongono di impiegare nuove metriche e comunicazioni trasparenti. Se non si costruisce un prodotto sostenibile, difficilmente lo si può poi vendere e rendere attraente per il mercato.

L’Italia è storicamente sotto assicurata rispetto ad altri Paesi europei. È ancora così? Che cosa si può fare?
Sicuramente, c'è una cronaca di sottoassicurazione nel Paese, forse dovuta a un fatto culturale o a una minore preoccupazione per il futuro, poiché l'italiano ha spesso un gruzzolo da parte e pensa di cavarsela da solo in caso di necessità. Tuttavia, il punto di svolta è stato rappresentato dalla pandemia, che ha trasferito una serie di preoccupazioni dirette, portando le persone a guardare al futuro in modo diverso. Si nota anche una forte sensibilità al cambiamento climatico, con un aumento della domanda per cercare di ampliare il perimetro dell'assicurazione. Da parte nostra, poniamo attenzione nel calibrare la formula affinché tutto sia sostenibile. Inoltre, c'è una sana comprensione dell'analisi del rischio. In questo contesto, la tecnologia può aiutarci notevolmente. Ci sono prospettive positive, ma è necessario il sostegno dello Stato. Un altro aspetto da tenere in considerazione, per comprendere il momento storico che stiamo vivendo, è rappresentato dal costo della riassicurazione: è previsto che nel 2024 raddoppierà.

Che 2024 sarà per Sara Assicurazioni?
Il 2023 ha rappresentato per Sara un anno in cui, nonostante l'impasse legato all'inflazione che ha inizialmente allineato i costi anziché i ricavi, riusciremo a concludere positivamente, quasi in linea con gli anni precedenti. L'inflazione ha favorito il settore finanziario, considerando che l'industria assicurativa investe i premi è naturale che se, da una parte, abbiamo visto crescere i costi, dall’altra abbiamo mediamente incrementato i ritorni. Mi aspetto che il 2024 sia un buon anno, poiché gli aspetti inflattivi dovrebbero essere allineati. Certo, è un anno che si inserisce in un contesto di grande incertezza, ma è probabile che l’inflazione possa registrare un significativo rimbalzo, il che implica anche la creazione di valore. La mobilità delle merci, in particolare, comporta un valore rilevante. Inoltre, i grandi assicuratori hanno manifestato la tendenza a evitare di assicurare le grandi navi americane e inglesi, sotto attacco nel Mar Rosso. Ma quando si deve assicurare un tragitto triplo, cioè quello che si deve percorrere per evitare di passare dal canale di Suez, i costi aumentano. In questo scenario, l'intelligenza artificiale può svolgere un ruolo chiave grazie alla sua capacità di elaborare una vasta quantità di dati. 

Lei ha parlato più volte di intelligenza artificiale: ruberà il lavoro nel settore assicurativo?
Ma no, al contrario. Affrontiamo questa sfida con la logica di voler sfruttare al massimo l'intelligenza artificiale, un po’ come farebbe un'azienda nativa. Se poi i lavoratori dovessero trovarsi a svolgere mansioni già effettuate dall’AI, nessun verrebbe licenziato, ma potremmo trovare nuovi lavori di maggiore concetto, lasciando le attività ripetitive all’intelligenza artificiale. 
 

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