Toyota aggira la crisi dei chip col mini-yen. Su la guidance sui profitti 2021

Il colosso nipponico dell'automobile stima utili di fine esercizio a 18,8 miliardi di euro (+10%)

Economia
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Il gruppo automobilistico Toyota ha alzato la guidance per l'esercizio 2021/2022 (che si chiuderà il prossimo 31 marzo) per quanto riguarda l'utile netto e l'utile operativo, nonostante la carenza dei semiconduttori e di alcune materie prime. Toyota stima di chiudere l'esercizio con un utile netto di 2.490 miliardi di yen (18,8 miliardi di euro), che rappresenta un rialzo del 10% rispetto all'esercizio precedente, quando la precedente guidance era per un utile netto di 2.300 miliardi di yen.

L'utile operativo è atteso in crescita del 27,4% annuo a 2.800 miliardi di yen, contro la precedente stima di 2.500 miliardi. A rendere più ottimista Toyota sui risultati dell'esercizio è sostanzialmente l'indebolimento dello yen nei confronti del dollaro e dell'euro, in quanto con lo yen più debole aumentano i profitti realizzati all'estero.

Escludendo l'effetto cambi, la stima sull'utile operativo appare inferiore alla precedente, a causa dell'aumento dei costi delle materie prime. Resta invariata la stima sui ricavi a 30.000 miliardi di yen, pari a 226,6 miliardi di euro ai valori attuali (+10,2% rispetto all'esercizio precedente). Il gruppo ha contestualmente ridotto di 260mila unità le stime sulla produzione dell'anno a 10,29 milioni di veicoli, contro la precedente di 10,55 milioni.

Nel secondo trimestre dell'esercizio in corso (luglio-settembre 2021) il gruppo ha registrato un utile netto di 626,6 miliardi di yen (4,7 miliardi di euro), in crescita del 33% su anno ma sotto quanto registrato nel primo trimestre dell'esercizio. L'utile operativo e' stato di 749,9 miliardi di yen (+48,2%), i ricavi di 7.545,7 miliardi di yen (57 miliardi di euro), in crescita dell'11,4%.