Northvolt, il gigante svedese delle batterie elettriche dichiara bancarotta: ecco come è sfumato il sogno green europeo

ll produttore svedese di batterie per veicoli elettrici fondato da due ex-dirigenti di Tesla. Ora un curatore fallimentare venderà i beni della società e resteranno senza lavoro i suoi 5mila dipendenti

di Maddalena Camera

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Economia

Northvolt presenta istanza di fallimento in Svezia, così l’Europa frena sulla transizione green

Northvolt, l'azienda svedese che doveva essere la risposta europea ai produttori di batterie cinesi come Catl e Byd che produce pure auto elettriche, non ce l'ha fatta e ha presentato istanza di fallimento sommersa da 8 miliardi di debiti. Era stata fondata da due ex-dirigenti di Tesla nel 2016 e nel 2021 ha sfornato dallo stabilimento di Skelleftea in Svezia le prime batterie agli ioni di litio.

L'azienda apre anche uno stabilimento in Canada sostenuto dal governo canadese con 1 miliardo di euro. Ma il mercato delle auto elettriche rallenta. Ad agosto 2024 si vedono i primi segnali di crisi con la chiusura di un centro di ricerca e sviluppo in California. E a novembre viene presentata una istanza di Chapter 11 al tribunale americano per cercare di salvare la produzione in Europa. Ma nonostante l'entusiasmo iniziale e gli sforzi dei suoi generosi investitori, Volkswagen al 21% e Goldman Sachs al 19% ma anche italiani con Fondaco la società di gestione del risparmio italiana partecipata da Compagnia di San Paolo,  che avevano fornito circa 13 miliardi di capitale, la società non ce l'ha fatta.

Troppi ritardi nella produzione tanto che Bmw ha annullato un ordine da 2 miliardi di euro. Ora un curatore fallimentare venderà i beni della società e resteranno senza lavoro i suoi 5mila dipendenti. Si tratta di uno dei maggiori fallimenti nella storia della Svezia da quello della ormai defunta casa automobilistica Saab che risale a oltre 10 anni fa. mentre l'altro marchio svedese, Volvo, è passato nel 2010 ai cinesi di Geely. "Il prezzo più alto lo pagano i lavoratori- ha detto Marie Nilsson leader del sindacato If Metal - e bisognerà far luce su quello che è accaduto e sugli sbagli del management".

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Già a settembre 1600 persone erano state licenziate e l'ad Peter Carlsson si era dimesso.  Uno smacco, quello del fallimento di Northvolt,  che fa comprendere quanto sia difficile la transizione "verde" nel vecchio continente per la produzione di componenti come batterie per veicoli elettrici e pannelli solari che vedono nella Cina la regina del settore.

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