Tronchetti Provera fa a pezzi il green: "Un'idiozia". E non ha tutti i torti

Le forti critiche del vice presidente di Pirelli alla transizione green non sono prive di fondamento. Anzi...

di Lorenzo Goj
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Tronchetti Provera fa a brandelli la transizione green: "Un'idiozia". Dai pannelli solari alle materie prime, perché l'Italia non è ancora pronta

Tronchetti Provera al vetriolo contro la sostenibilità. Durante le ore cruciali in cui si decide la nuova maggioranza europea, il principale nodo da sciogliere riguarda l'approccio alla transizione verde: se affrontarla con determinazione o adottare un atteggiamento più graduale.

In questo contesto, Tronchetti Provera, da oltre 30 anni tra i protagonisti dell'industria italiana, ha espresso forti critiche verso l'obiettivo di elettrificare il Paese e poi il Vecchio Continente, sottolineando i rischi e le difficoltà di una svolta green così ambiziosa. "Per Pirelli la sostenibilità è una priorità assoluta; non è un tema populistico; non deve esserci un percorso ideologico”, ha dichiarato il vice presidente esecutivo di Pirelli.

“Questa”, continua, “è la follia che stiamo affrontando: degli ignoranti ideologizzati stanno creando un danno enorme, perché dobbiamo fare tutto elettrico quando sappiamo benissimo che le materie prime non le abbiamo, le batterie non le abbiamo, l'energia solare non la possiamo raccogliere, se non con i pannelli che vengono non certo dall'Europa, che le turbine delle pale eoliche in Europa non siamo in grado di farle? Di che cosa stiamo parlando? Di idiozie, fesserie".

Per Tronchetti Provera, dunque, il nostro Paese non è ancora pronto, ma può (e deve) migliorare su un aspetto in particolare. “Per Pirelli, la priorità delle priorità è la nostra gente", aggiunge riferendosi agli incidenti sul lavoro: "quando si parla di sostenibilità, le persone sono la primissima cosa", ha dichiarato infine durante la presentazione del volume “L'officina dello sport” al Teatro Franco Parenti a Milano.

Comunque, nonostante la veemenza delle sue parole, le forti critiche di Tronchetti Provera non sono prive di fondamento. Partendo dalle materie prime, risorse come litio, cobalto e nichel sono estremamente scarse nel nostro Paese. Per cui, l’Italia deve rivolgersi ad altri per soddisfare la propria domanda. Per il litio, fondamentale per la produzione di batterie elettriche, l’Italia si rivolge principalmente a Cile, Australia e Argentina.

E, naturalmente, la forte dipendenza dell'Italia da questi paesi esportatori la rende vulnerabile a shock di prezzo e a interruzioni della catena di approvvigionamento. Elementi, questi, che rappresentano forti criticità per il settore “green”.

Non solo. Il mercato delle batterie è un altro punto dolente. L’Italia (ma anche l’Europa) è indietro anni luce rispetto a giganti come la Cina. Sebbene ci siano stati investimenti significativi in fabbriche di batterie in Europa, la capacità di produzione rimane largamente insufficiente per soddisfare la domanda interna. Inoltre, il ciclo di vita delle batterie e il loro impatto ambientale, compreso il riciclaggio, rimangono questioni aperte che necessitano di soluzioni.

Ma passiamo ai pannelli. L'energia solare, rappresentata principalmente dai pannelli fotovoltaici, è un pilastro chiave delle strategie per la transizione energetica verso fonti più sostenibili. Tuttavia, la produzione e l'approvvigionamento di tali strumenti soffrono in quanto l'Italia non possiede una significativa industria di produzione interna in questo settore. E così anche l’Ue in generale.

Infatti, la maggior parte dei pannelli solari viene prodotta a livello mondiale in Asia, con la Cina che domina ampiamente il mercato. La Cina non solo ha una capacità produttiva gigantesca, ma controlla anche gran parte della catena di approvvigionamento delle materie prime necessarie proprio per la produzione dei pannelli, come il silicio policristallino, e altri componenti chiave come le celle solari e i moduli fotovoltaici completi.

La produzione europea di pannelli fotovoltaici è ancora molto limitata, e nonostante alcuni tentativi di rivitalizzare l'industria “nostrana” del fotovoltaico, come l'iniziativa "European Solar Initiative", la strada verso l’autosufficienza non lascia ancora scorgere la sua fine. E lo stesso identico discorso vale per le pale eoliche.

Dunque, forse ciò che sostiene Tronchetti Provera può apparire eccessivamente critico a prima vista, ma un'analisi più approfondita può rivelare che, invece, non è così lontano dalla realtà. La strada verso un futuro sostenibile è disseminata di complessità tecniche, economiche e geopolitiche che richiedono una riflessione strategica equilibrata.