Trump, la minaccia dei dazi? Politica economica trita e ritrita. L'Ue pensi al caro bollette e agli stipendi al palo
Si sta in buona sostanza ripetendo ciò che accadde durante la prima stagione della presidenza americana di Trump ma per media e commentatori sembra tutto così "nuovo" e "strano".... Il commento
Dazi, la politica di Trump è qualcosa di già visto... Il commento
In questo periodo storico di nuova incertezza e dubbi per la sorte della nostra politica economica, nonché di grande paura dei nostri cittadini e consumatori per il futuro dei loro portafogli, voglio esprimere un pensiero sotto forma di domanda retorica… ma davvero siamo così sorpresi di quanto sta accadendo negli Stati Uniti? Proviamo a tornare leggermente indietro nel tempo. Durante la prima presidenza di Donald Trump (2017-2021), i dazi furono uno degli strumenti principali della sua politica economica, in particolare nella guerra commerciale con la Cina e, precisamente: nel 2018, Trump impose dazi su 50 miliardi di dollari di beni cinesi, sostenendo che la Cina praticava furti di proprietà intellettuale e commercio sleale.
La politica commerciale attuata contro la Cina si concluse, nel 2020, con un accordo commerciale con il gigante d’Oriente che si impegnò ad aumentare gli acquisti di beni americani in cambio della riduzione di alcuni dazi (attuati per ripercussione rispetto alle aggressive politiche del Nuovo Mondo). Sempre nel 2018, Trump impose tariffe del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio importati da vari Paesi (compresi alleati come UE e Canada), giustificandoli con motivi di sicurezza nazionale. Allora, io non sono un esperto di politica economica ma, a naso.. pare proprio che si stia ripetendo ciò che già accadde nell’era pre-covid.
E, infatti, guarda un po': il 12 marzo 2025 sono entrati in vigore dazi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti. Poi, qualche giorno fa, l’ennesima bomba: minaccia di dazi del 200% su vino e champagne europei in replica alla proposta dell’Unione Europea di introdurre una tariffa del 50% sul whisky americano. Si sta in buona sostanza ripetendo ciò che accadde durante la prima stagione della presidenza americana di Trump ma, del tutto sorprendentemente, leggendo i giornali, sembra che tutti siano sorpresi, e che nessuno sappia quali contromisure prendere.
A me sinceramente tutto questo inizia a stancare, non voglio e non mi interessa fornire il mio parere personale sulle modalità – per carità davvero “uniche” – di gestione da parte degli Usa delle loro politiche economiche, ma voglio anzi pretendo che i nostri Governanti si facciano trovare pronti. Questo monito non è una critica, ma un suggerimento. Si perché gli Italiani iniziano ad essere davvero stanchi, di dover far fronte tutti i mesi agli aumenti della spesa, delle bollette, dei carburanti, del chi più ne ha e più ne metta basta che si tratti di aumenti e, adesso, anche delle ritorsioni economiche – per non parlare delle minacce spiattellate in mondo visione da Trump del rischio di un terzo conflitto mondiale.
E volete sapere cosa mi fa arrabbiare più di tutto: il fatto che l’Europa abbia votato in 24 ore lo stanziamento di 800 miliardi di euro per ri-finanziare la spesa bellica europea e, invece, sono 10 anni che non riesce ad adottare una vera politica che tenda a favorire l’aumento dei nostri stipendi, e del nostro potere di acquisto. E allora mi chiedo: da che parte sta veramente l’Europa, degli Europei o di altri..?