Turismo, Italia in affanno contro Spagna e Turchia. Lievitano le tariffe aeree

Uno dei principali problemi che le compagnie aeree stanno affrontando riguarda la mancanza di velivoli operativi, pertanto si innalzano le tariffe sui voli

di Redazione Economia
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Turismo internazionale, Italia in corsa per il recupero, ma il gap persiste. Difficoltà nei collegamenti aerei: ritardi e costi in aumento

Secondo i calcoli dell'UNWTO, l'agenzia dell'ONU dedicata al turismo, il 2023 ha visto un significativo aumento del turismo internazionale del 34% rispetto all'anno precedente, con un totale di 325 milioni di pernottamenti da parte dei visitatori stranieri. Numeri eccezionali, attribuibili alla "domanda repressa" accumulata durante il lungo periodo di restrizioni sui viaggi a causa della pandemia Covid. Tuttavia, nonostante il notevole incremento, il settore turistico globale è ancora lontano dal completare il recupero rispetto ai livelli pre-pandemici, con una differenza del 12% rispetto al 2019.

L'Europa si sta avvicinando maggiormente all'obiettivo di recupero, con una diminuzione del gap del 6% rispetto al 2019. In particolare, l'Italia ha ottenuto un risultato positivo, eguagliando il numero di notti turistiche del 2019 con circa 220 milioni di pernottamenti. Tuttavia, i principali concorrenti del Belpaese nell'area mediterranea mostrano risultati nettamente migliori dell'Italia, ad esempio, la Spagna mantiene il primato nei pernottamenti dei turisti stranieri e la Turchia, che ha già recuperato e superato ampiamente i numeri pre-Covid con un aumento del 12%.

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Se da un lato l'Italia registra un successo nei pernottamenti turistici, dall'altro il ritardo negli arrivi di turisti stranieri nelle strutture ricettive è evidente e problematico. Infatti, il Paese è l'unica destinazione nell'area euromediterranea, insieme alla Croazia, a rimanere indietro nel completare il recupero rispetto al 2019, registrando solo il 96,6% degli arrivi. Al contrario, altre destinazioni come Grecia, Portogallo, Spagna e soprattutto la Turchia hanno recuperato completamente i livelli pre-pandemici, con la Turchia che ha fatto un balzo del 25%.

Di conseguenza, il settore turistico italiano influisce direttamente sull'attività degli aeroporti, che nel 2023 hanno registrato un totale di 197,2 milioni di passeggeri, con un aumento del 2,1% rispetto al 2019, l'anno del precedente primato non influenzato dalla pandemia. Tuttavia, il segmento internazionale mostra una ripresa meno brillante, con 128 milioni di passeggeri, corrispondenti a un modesto aumento dello 0,1% rispetto al 2019.

Anche se la Turchia e la Spagna hanno già recuperato i livelli di passeggeri pre-Covid, con la Turchia in testa con un aumento del 2,5%, entrambi i paesi continuano a vantare i loro principali hub tra i cinque aeroporti più trafficati d'Europa. Nonostante la performance positiva, l'aeroporto di Fiumicino resta ancora lontano dai numeri pre-pandemici con una diminuzione del 7%

Uno dei principali problemi che le compagnie aeree stanno affrontando riguarda la mancanza di velivoli operativi a causa di ritardi e difficoltà nei centri di manutenzione. I centri di riparazione dei jet sono intasati di lavori, che provocano ritardi nelle riparazioni e nell'approvvigionamento di aerei funzionanti. Di conseguenza, i pochi velivoli disponibili sono noleggiati a prezzi estremamente alti, aumentando notevolmente i costi operativi delle compagnie aeree.

Pertanto è inevitabile che la crescente domanda di viaggi aerei da parte dei passeggeri si scontri con la limitata disponibilità di aerei. Al momento molte compagnie aeree stanno valutando la possibilità di tagliare i voli, soprattutto durante la stagione che va da aprile a ottobre, a causa dell'inadeguatezza della flotta. Secondo i rapporti, solo nei primi tre mesi del 2024 sono già state cancellate 193.000 partenze sulle rotte intra-europee, con previsioni di ulteriori cancellazioni nei mesi successivi.

Oltre ai problemi tecnici, alcune compagnie aeree come Ryanair stanno anche affrontando ritardi nelle consegne di nuovi aerei, come il Boeing 737 Max 8200. Ritardi che porteranno a potenziali riduzioni delle frequenze su rotte esistenti e si tradurranno in un'offerta più limitata di voli con tariffe aeree più elevate per i consumatori europei durante l'estate del 2024.

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