Uber mette a segno il primo utile dopo 15 anni di perdite
Alla base del successo del servizio di driver un nuovo Ceo e una diversa strategia multiservizio
Uber, dopo 15 anni di perdite il 2023 è un anno di profitti
Ci sono voluti 15 anni, tanto coraggio e determinazione a Travis Kalanick e Garrett Camp, i due fondatori di Uber, per chiudere il primo anno di redditività. Il 2023 è stato, per la società fondata nel 2009, l’anno di svolta. Un risultato netto di 1.887 milioni di dollari, con un aumento dei ricavi del 17% a 37.281 milioni di dollari. Le prenotazioni lorde sono schizzate del 19%, fino a 137.865 milioni di dollari. “Il 2023 è stato un punto cruciale per Uber, una vera e propria svolta, dimostrando che possiamo continuare a generare una crescita forte e redditizia su larga scala”, ha affermato Khosrowshahi (ex numero uno di Expedia) presentando i risultati. “All’inizio volevamo espanderci a livello globale e abbiamo fatto forti investimenti e abbiamo accumulato perdite per 31.675 milioni di dollari tra il 2014 e il 2022. Nonostante queste enormi perdite non abbiamo perso la fiducia ed ora siamo più forti che mai, con una crescita e una redditività eccezionali”.
Uber, convinti del successo pure gli analisti
E pure gli analisti sono confidenti del raggiungimento di un equilibrio finanziario e soprattutto di un futuro roseo, dopo anni di spese e del drammatico biennio della pandemia. Una storia lunga e piena di difficoltà. Il primo servizio, osteggiato dalle diverse regolamentazioni dei paesi e dalle organizzazioni dei tassisti, si chiamava UberCab, dedicato a clienti di fascia alta. La piattaforma attuale può contare invece su 235.000 tassisti in 33 paesi nel mondo. Tante le criticità nei passati 15 anni con il Gruppo guidato da Kalanick. Criticità che toccavano software segreti per spiare i competitors, cattive condizioni per gli autisti, pratiche sessiste e guerre legali.
Uber, diversa strategia e nuovo numero uno
Tutto questo ha portato alle dimissioni del numero uno e ad una nuova guida. Khosrowshahi ha portato Uber in Borsa. Poi il biennio sfortunato causato dalla pandemia ha dimezzato il valore delle azioni. Il colpo che ha salvato l’azienda è stato quello di inventarsi il servizio di consegna Uber Eats. E poi il colpo vincente nella nuova strategia di piattaforma multiservizio messa in campo spiegata dal nuovo Ceo “La strategia è semplice, creare prodotti best-in-class e amplificarli con la potenza della piattaforma. Man mano che siamo cresciuti, quel potere è diventato ancora più evidente. Ora, la nostra piattaforma ci offre un vantaggio semplice ma significativo.Possiamo attrarre clienti a un costo inferiore e, allo stesso tempo, generare un valore di vita maggiore rispetto ai nostri concorrenti". Uber, Uber Eats, Uber Direct, Uber Connect servizi e acquisti di ogni genere: dagli ordini al ristorante, al farmaco portato a casa, alla torta consegnata per il compleanno, tutti servizi in aggiunta al taxi. Il vento in poppa dell’anno che si è chiuso permette cosi all’azienda di riacquistare azioni proprie da 7 miliardi di dollari. Le previsioni del prossimo triennio indicano una crescita annua del fatturato lordo dal 15% al 20% e dell'EBITDA dal 30% al 40% in media. Adesso, finalmente, Uber comincia “ad essere una macchina da soldi”.