Ucraina, borse Ue ko con le banche. Milano -1,4% con i titoli della difesa

La minaccia nucleare del presidente russo Putin mette in subbuglio i mercati. L'Asia chiude contrastata tra timori e Fed. Male banche, energia e automotive

Economia
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Guerra Ucraina-Russia, lunedì nero per l'Europa: pesano banche, energia e automotive 

L'inasprimento delle sanzioni occidentali contro la Russia e l'esito incerto dei colloqui diplomatici per fermare la guerra in Ucraina mandano di nuovo in 'rosso' le Borse europee (che riducono le perdite solo sul finale). Dopo l'illusorio rimbalzo di venerdi', i listini del Vecchio Continente sono stati di nuovo colpiti dalle vendite, con Milano che e' arrivata a perdere oltre il 3%. A fine giornata, il Ftse Mib lascia sul campo l'1,4% zavorrato soprattutto dalle banche, come il resto del comparto a livello continentale. Arrivati ormai al quinto giorno di conflitto, la fuga dal rischio da parte degli investitori continua a penalizzare gli istituti di credito, l'industria dell'auto e quella delle assicurazioni.

A evitare la debacle degli indici, oltre alla sostanziale tenuta di Wall Street, e' il settore della difesa, che vede nuove commesse in arrivo sull'onda dell'escalation militare grazie alle prospettive di riarmo in Germania e in piu' in generale in Europa occidentale in risposta all'aggressivita' russa. Nell'attesa, con le attivita' della Borsa di Mosca sospese e il rublo ormai a picco, i mercati devono fare i conti con il blocco selettivo dal circuito interbancario Swift per alcuni istituti russi, il divieto di transazioni con la Banca centrale russa deciso dagli Usa e lo spettro nucleare agitato da Vladimir Putin, che nel pomeriggio è tornato a chiedere che 'l'Ucraina sia neutrale'. Sul Ftse Mib seduta da dimenticare per UniCredit (-9,5%) ai minimi da tre mesi e Intesa Sanpaolo (-7,4%).

E' balzata in controtendenza del 15,1% Leonardo dopo che la Germania ha annunciato un aumento delle spese militari in risposta al conflitto in Ucraina. Posizione che, secondo gli analisti, sara' presto seguita da altri Paesi europei. Bene i petroliferi e le utility, che beneficiano della probabile accelerazione della transizione energetica per limitare la dipendenza dal gas. Sul fronte dei cambi, sempre debole l'euro che scambia a 1,1231 dollari (da 1,1248 venerdi' in chiusura).

La moneta unica europea si attesta anche a 129,53 yen (130,05), mentre il rapporto dollaro/yen e' a 115,27 (115,62). In forte rialzo, infine, il prezzo del petrolio, sostenuto dai rischi di interruzione delle catene di approvvigionamento di materie prime in seguito al conflitto ucraino: il future aprile sul Wti sale del 4% a 95,3 dollari al barile, mentre l'analoga consegna sul Brent scambia a 100,9 dollari (+3 per cento).

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