UniCredit, intesa sindacale su anticipo uscite e nuove assunzioni

Stabilita la possibilità fino a un massimo di 350 lavoratori di anticipare l'uscita al primo dicembre 2021 su base "assolutamente volontaria"

Economia
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La prima mossa concreta di Andrea Orcel, sul piano della strategia commerciale, è rimpolpare la rete. Più personale nelle filiali di UniCredit è, in sintesi, la sostanza dell’accordo sottoscritto dal gruppo di Piazza Gae Aulenti con tutte le organizzazioni sindacali aziendali, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. Quella di ieri è la seconda intesa sindacale siglata da quando sulla tolda di comando di UniCredit c’è il nuovo amministratore delegato. Ed è la prima che porta la firma di Ilaria Dalla Riva, neo responsabile del personale in Italia della banca, manager esperta e profonda conoscitrice del settore bancario (dal 2012 al 2019 ha gestito le risorse umane e le relazioni industriali del Montepaschi di Siena che potrebbe ora finire nell'orbita del gruppo).


Il Ceo di UniCredit Andrea Orcel

Orcel, insomma, sa che per riposizionare UniCredit in Italia, impoverito dalla gestione di Jean Pierre Mustier, assai orientato a gestire operazioni di finanza più o meno strutturata e poco attento alle attività tradizionali, deve tornare a presidiare il territorio. Di qui l’idea di incrementare la forza lavoro nelle agenzie, riallacciando le relazioni con tutta la clientela, sia imprese sia famiglie. Una mossa strategica, quella del numero uno di Piazza Gae Aulenti, attuata nell’ambito del vecchio piano industriale (Team 23), in attesa del nuovo, la cui presentazione è prevista entro fine anno.

Andando al dettaglio del’intesa sindacale, è stata stabilita la possibilità, per 350 lavoratori, di anticipare l'uscita volontaria al primo dicembre 2021, anche con incentivo. Come spiegato un una nota unitaria di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil Uilca e Unisin l'opzione, che prevede "l'assoluta volontarietà", riguarda "il personale che già ha aderito al piano esodi Team 23 e appartenente a strutture interessate da processi di semplificazione e razionalizzazione delle funzioni di governo e supporto». Esclusa invece la rete che, non può "reggere in questo frangente ulteriori uscite".

UniCredit e sindacati hanno poi "confermato e ribadito la validità dell'impianto che prevede una nuova assunzione ogni due uscite volontarie". Le assunzioni saranno effettuate sulla rete fisica di filiali, "anche attraverso l'osmosi dal direct e favorendo in tal modo gli avvicinamenti e i trasferimenti in genere". Gli ingressi "si realizzeranno comunque entro e non oltre il primo trimestre 2022. L'impianto complessivo consente di riportare in agenzia i lavoratori, illo tempore, spostati in area smart personal e di inserire nuove assunzioni; passo importante, seppur non esaustivo, nel percorso di necessario e non più eludibile rafforzamento degli organici di rete".

L’accordo è stato commentato con soddisfazione dalla principale sigla del settore bancario. "Seppur in un contesto di evidente difficoltà per le lavoratrici e i lavoratori delle agenzie, riteniamo come questo passaggio contribuisca positivamente ad un percorso di oggettiva implementazione e crescita degli organici in rete, cui dare seguito nelle trattative e negli incontri a venire" ha detto il coordinatore Fabi gruppo Unicredit, Stefano Cefaloni. "Abbiamo acquisito che il percorso professionale, relativo all'intero periodo svolto in qualità di consulente Smart Personal sia valorizzato per intero ai fini del riconoscimento previsto dall'accordo sulla valorizzazione delle figure professionali", ha aggiunto Cefaloni.

Intanto, non esce dall'ultimo stallo la trattativa tra il gruppo di Orcel e il Mef. Tra le parti restano le distanze e i negoziati stanno entrando in una fase critica dal momento che entrambi le parti cercano di raggiungere un accordo di principio entro il 28 ottobre, scrive Bloomberg citando fonti a conoscenza del dossier. Le distanze, viene riassunto, sono da una parte su quanto capitale andrebbe iniettato nel Monte. Il Governo punta a 5 miliardi, Unicredit ne vorrebbe piu' di 7 di miliardi.

Inoltre Il governo, riferisce sempre l'agenzia americana, sta anche spingendo per includere nell'accordo le attivita' di leasing e factoring di Mps e questo cambiamento dell'ultimo minuto sul perimetro dei beni da trasferire ha ulteriormente complicato i colloqui. In settimana alcune fonti hanno evidenziato come un esito positivo della trattativa non e' "da dare per scontato" perche' senza il rispetto di "tutte le condizioni pre-concordate" Unicredit potrebbe anche "prendere in considerazione la possibilita' di ritirarsi".