UniCredit-Mps, rumors: Stato nel capitale. Rischi legali in capo a Fintecna
La privatizzazione di Mps entra nelle due settimane decisive e già ieri i team tecnici sarebbero stati coinvolti in un lungo meeting, giudicato "molto costruttivo". Tesoro e Unicredit, scrive Milano Finanza, sono determinati ad arrivare a una decisione entro fine mese, probabilmente già entro il 27 quando l'istituto di piazza Gae Aulenti alzerà il velo sui risultati trimestrali.
Se al tavolo della trattativa ancora nessuno si sbilancia sull'esito delle discussioni, le chance di un accordo stanno rapidamente salendo. Anche perchè l'architettura finanziaria dell'operazione è ormai definita.
Il deal dovrebbe passare attraverso una scissione che trasferirà a UniCredit il perimetro concordato, consentendo al Tesoro di diventare azionista della banca milanese pur con alcune limitazioni al diritto di voto. Il progresso più rilevante sarebbe però l'individuazione di uno strumento per gestire il rischio legale che zavorra per 6,4 miliardi i bilanci del Monte.
Secondo quanto risulta, la soluzione individuata dagli advisor del Tesoro passerebbe attraverso la creazione di un patrimonio destinato dal valore compreso tra uno e due miliardi di euro, gestito (ma non posseduto) da una partecipata pubblica che un paio di fonti indicano in Fintecna, la finanziaria controllata dal Tesoro.
Questo meccanismo consentirebbe di prevenire qualsiasi coinvolgimento di UniCredit nelle battaglie legali in corso attorno alla banca senese, riducendo quei rischi di coda su cui nei mesi scorsi si era concentrata l'attenzione del Ceo Andrea Orcel. Se insomma l'architettura del deal può ormai dirsi definita, nelle bozze che circolano in studi legali e banche d'affari ci sono ancora parecchi spazi bianchi.