Usa, il New York Times "implora" Joe Biden di ritirarsi dalla partita

Ma il Presidente, pur riconoscendosi vecchio, conferma che non mollerà la corsa

di Daniele Rosa
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Economia

Usa, il New York Times implora Biden di mollare la corsa

E’ raro, e a memoria non si ricorda, che un importante quotidiano americano, forse il numero uno, avesse un editoriale scritto apposta per “implorare” a un candidato, addirittura Presidente, di farsi da parte nella competizione elettorale

Dopo il disastroso faccia a faccia (disastroso per Biden), primo di due, tra i senior candidati Biden e Trump, molti opinionisti e commentatori hanno mostrato perplessità sulla tenuta fisica e mentale del Presidente. Ma il colpo di maglio è arrivato dal New York Times che ha scritto un editoriale firmato da tutto il Comitato editoriale, con un testo duro e dal titolo inequivocabile.

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"Se vuole servire il suo paese, il presidente Biden dovrebbe abbandonare la corsa". Certo che l’editorialista ha dato “a Cesare quello che è di Cesare” riconoscendo all’attuale Presidente di essere stato un presidente ammirevole. Sotto la sua guida, la nazione ha prosperato e ha iniziato ad affrontare una serie di sfide a lungo termine, nonché le ferite aperte da Trump, che grazie a lui hanno iniziato a rimarginarsi”.

Usa, Biden ha subito risposto  di essere vecchio ma di non volersi fare da parte

Joe Biden non ha perso tempo e nel corso di un evento pubblico ha detto chiaramente che, pur sapendo di essere vecchio, di non saper camminare più bene o non saper parlare come una volta, ha ancora la capacità di dire le cose e soprattutto la verità e quindi non ha nessuna intenzione di lasciare. In merito all’editoriale il team di Biden ha risposto dandogli poco valore e derubricando il dibattito come “il frutto di una brutta serata". 

“L’ultima volta che Joe Biden ha perso l'appoggio del comitato editoriale del New York Times, gli è andata piuttosto bene", ha sostenuto Cedric Richmond, capo della campagna di Biden. Il riferimento era alle primarie democratiche del 2020, quando il giornale aveva scelto di sostenere Amy Klobuchar o Elizabeth Warren, senatrici rispettivamente del Minnesota e del Massachusetts, piuttosto che Biden. L’idea del giornale è invece che Biden non solo non abbia superato il test a cui era atteso da tutti (salute e cognizione mentale) ma abbia pure fatto aumentare le “preoccupazioni crescenti da mesi o addirittura anni sulla sua salute, sulle sue capacità mentali e fisiche in capo a un ottantunenne”.

Usa, tanti i favorevoli all'editoriale ma anche critiche

Ovviamente l’editoriale ha fatto scalpore a Washington e nell’intero paese scatenando anche alcune critiche tra cui quella del teorico dei media Jeff Jarvis, professore emerito alla City University di New York che ha sostenuto di essere “preoccupato che il Comitato editoriale del New York Times si sia affrettato a giudicare sulla base di una performance televisiva. Il Times e il suo editore hanno attaccato Biden durante tutta la campagna lamentandosi che non avrebbe concesso loro un'intervista.

Molti candidati alla rielezione, compreso Barack Obama, hanno avuto terribili dibattiti iniziali. Il Times lo ha ignorato. Anche la prestazione irresponsabile della CNN, che si è rifiutata di fare anche il giornalismo più elementare, mentre Trump ha vomitato bugia dopo bugia durante il dibattito. Il problema è che non si tratta solo del Times, ma anche del Post, della CNN e dei giornali di Rupert Murdoch (Fox News, New York Post e Wall Street Journal).

La verità però è che il Presidente americano, quale esso sia, ha molto potere e, se decide di rimanere in sella, difficilmente lo si può far scendere. Forse soltanto una moglie amorevole o un alternativa dannatamente  forte. La prima sicuramente c'è, la seconda ancora non si vede.