Usa, l’economia tra luci ed ombre non favorisce le decisioni della Fed
Nonostante l’inflazione paia essere sotto controllo l’obiettivo del 2% previsto dalla Fed sembra essere ancora lontano
Jerome Powell
Economia Usa, tra luci ed ombre
Indice dei prezzi , indice dei prezzi alla produzione (ICP) e vendite al dettaglio sono i tre indicatori chiave per valutare una prossima possibile caduta dell’economia americana o una ripartenza grazie ad un taglio dei tassi sostenuto. Il default azionario di qualche giorno fa e le tensioni sull’inflazione non stanno lasciando tranquilli analisti ed investitori. Secondo il Bureau of Labor Statistics l'IPC è cresciuto dello 0,2% e del 2,9% su base annua rispetto al 3% del mese passato. L’inflazione core ( che non considera energia e alimentari) è aumentata dello 0,2% a luglio (0,1% di giugno) e del 3,2% r(3,3% del mese precedente). Nonostante l’inflazione paia essere sotto controllo l’obiettivo del 2% previsto dalla Fed sembra essere ancora lontano. La voce che più mantiene in tensione l’indice inflattivo è l’edilizia. I prezzi dell’energia non sono cambiati, quelli degli alimentari neppure mentre i prezzi riferiti all’edilizia abitativa (che comprende anche l’assicurazione auto, l’arredamento e il funzionamento della casa, l’istruzione, il tempo libero e la cura personale) sono cresciuti dello 0,4% a luglio ( il 90% di tutti gli aumenti). Per contro auto e dei camion usati, assistenza medica, biglietti aerei e abbigliamento hanno mostrato diminuzioni.
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Economia Usa, i dati "osservati speciali" da Jerome Powell
Tutti dati di cui Jerome Powell, presidente Fed, dovrà tenere conto per decidere un taglio sostenuto dei tassi di interesse a settembre. Anche il rallentamento dell’occupazione a luglio ha evidenziato il rischio di un rallentamento pesante dell’economia a stelle e strisce. Tutti gli operatori del mercato obbligazionario sperano in un rapido trend di abbassamento dei tassi, almeno di mezzo punto. Ma sulla decisone della Fed peseranno pure l’andamento dei negoziati nel conflitto Israele-Palestina e in quello tra Russia e Ucraina. La persistenza dell’inflazione core è ciò che preoccupa maggiormente la Fed. Alla fine del 2023, essa era in gran parte tornata ai livelli pre-pandemia, ma il rapido aumento degli affitti nei dati CPI è continuato per gran parte della prima metà del 2024 A giugno, invece, hanno rallentato bruscamente, registrando il più piccolo incremento mensile dalla metà del 2021, seguito dal leggero rimbalzo di luglio. Insomma un quadro di estrema volatilità, fatto di speranze seguite da delusioni in una continua altalena. Manca ancora qualche settimana alla riunione di settembre e tutti sperano, compresi gli uomini della Fed, che il quadro economico della più potente economia del mondo si stabilizzi. Solo in questo modo si potranno finalmente ridurre i tassi di interesse e ridare slancio all’economia Usa e di riflesso a quella del mondo intero.